Cronaca locale

Violenza, droga e vandali: viaggiare fa paura

La maglia nera va alla linea 57, quella che collega Quarto Oggiaro a piazza Cadorna. Per i tram si rischia di più sul 15, quando viaggia nel fondo di via Gratosoglio verso Rozzano. Secondo gli autisti di Atm sono queste i mezzi pubblici più pericolosi di Milano, quelli dove sarebbe meglio non dover salire. Linee insicure dopo le 23 e sempre in periferia.
Ma la possibilità di venire aggrediti mentre si è alla guida del proprio mezzo esiste pure su altre linee, come la 70 che va da Bruzzano sino a Porta Volta oppure, dicono gli autisti, la 67 che da via Scanini, a Baggio, sbarca i passeggeri in piazzale Baracca. E, ancora, la 72 (Molino Dorino-piazza De Angeli), la 75 (Cascina Gobba-via Pitteri) e il filobus 90-91, che non è mai uscito dall’elenco dei mezzi pubblici più pericolosi. Addirittura, raccontano i conducenti, sulla filovia è ritornato lo spaccio: sì, come nel 1999, è ridivenuta luogo di lavoro di alcuni spacciatori.
Corse con la paura e, spesso, tra l’indifferenza degli altri passeggeri: «Che fare? Più polizia, sicuramente sì, ma non basta: deve esserci più vita ovvero in centro salgono passeggeri anche a mezzanotte mentre in periferia, dove i locali sono chiusi, si perdono clienti già alle 21. Come dire: meno passeggeri, meno locali e più paura» sostengono i rappresentanti sindacali Atm. Segnalazioni che arrivano via e-mail anche all’associazione utenti del trasporto pubblico, dove confermano e invitano però a non drammatizzare «un disagio che riguarda soprattutto le aree più periferiche». Problema sicurezza che almeno sulle tre linee metropolitane, osservano i sindacati, è meno pesante: vuoi per l’introduzione di guardie giurate che pattugliano i vagoni, vuoi per il potenziamento dell’illuminazione in tutte le stazioni. Intanto, i sindacati confederali invitano i milanesi a fare i conti con il vandalismo: due milioni di euro è la spesa di Atm per raschiare i graffiti dai mezzi, spesa per evitare che il degrado possa prendere il sopravvento. Due milioni di euro che significa un milione e rotte di vecchie lire per ognuno dei 3mila e passa veicoli.
Statistica accompagnata da un elenchino sulla tipologia dell’assalto quotidiano ai beni dei milanesi: si va dai danneggiamenti esterni - lancio di oggetti con ammaccamenti e rottura dei vetri - a quello interno - bruciature con accendini e taglio di imbottiture -, sino al furto di estintori, cestini e maniglie.

Risultato: più di una segnalazione al giorno delle gesta di un esercito di vandali che regala a Milano la «medaglia d’oro», «dato che incide sui bilanci aziendali».

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