Violenza sui minori Finisce in manette il maestro di karate

Ancora ricorda, nonostante siano passati più dieci anni. Ricorda, e come lui altri ragazzi oggi maggiorenni. Dopo tanto tempo, disposti a scavare nella memoria e nei traumi, e a raccontare alla polizia gli abusi e le molestie subite quando non erano nemmeno adolescenti. E alla fine, l’orco finisce in manette. È un maestro di arti marziali che viene arrestato. Nella palestra di cui è titolare, secondo la Procura che lo accusa di violenza sessuale aggravata, ha approfittato di una decina di ragazzini di 12-13 anni. Ininterrottamente, almeno dal 1998. E senza mai essere denunciato.
Come questo sia stato possibile, lo spiega il gip Simone Luerti nell’ordinanza di custodia cautelare. Scrive il giudice di essersi trovato di fronte al «tipico quadro psicologico dell’adolescente attratto dal sesso, ma soggiogato dall’adulto affabulatore», a un insegnante che mescolava competizione e seduzione, esaltando le «potenzialità fisiche e atletiche» e la «bravura nell’esercizio» delle arti marziali degli allievi disponibili, ed emarginando quanti invece non cedevano alle sue alle richieste sessuali. Al maestro viene anche contestata la produzione di materiale pedopornografico, perché in alcuni casi avrebbe anche filmato gli abusi, stando al racconto di una delle sue vittime.


«Traggo spunto da vicende come questa - è il monito del procuratore aggiunto Pietro Forno, a capo del dipartimento della Procura che persegue i reati contro soggetti deboli -, per segnalare ai genitori i pericoli insiti nell’affidare senza alcun controllo a terze persone poco conosciute i figli, con la possibilità per queste persone di godere della fiducia completa della famiglia, di non avere alcun controllo e di entrare con dei meccanismi seduttivi nella fiducia del ragazzo».

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