Violenze sessuali, sì al giro di vite Ora si rischiano 16 anni di carcere

Proprio nei giorni in cui si torna a parlare di castrazione chimica per gli stupratori, dopo il caso di Luca Bianchini, il presunto violentatore seriale di Roma, la Camera approva la proposta di legge sulla violenza sessuale. Un giro di vite: pene più severe, fino a 16 anni di carcere, e aggravanti nelle violenze su minorenni e portatori di handicap sono le principali novità del testo. È stata invece stralciata la norma che prevedeva l’affissione nei luoghi pubblici dei manifesti wanted con la foto degli stupratori ricercati.
Ieri l’aula di Montecitorio ha approvato il provvedimento con 447 sì, 29 no e nessun astenuto. Ha votato a favore anche il Pd. La votazione finale si è svolta a scrutinio segreto su richiesta degli stessi democratici. Il testo ora passa all’esame del Senato per il via libera definitivo.
Le pene massime passano

da 10 a 12 anni
Chi commette il reato di violenza sessuale è punito con la reclusione da sei a 12 anni. Nell’attuale codice il massimo della pena è di 10 anni, mentre nei casi di minore gravità la condanna è di due anni.
Carcere fino a 16 anni

con le aggravanti
L’aggravante viene applicata nei casi di stupro sui minori di 16 anni (attualmente la soglia d’età è 14 anni). Lo stesso se la violenza viene commessa con l’uso di armi, di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti; da una persona che si finge un pubblico ufficiale oppure incaricato di pubblico servizio; se la vittima è sottoposta alla limitazione della sua libertà personale, è una donna incinta, è in condizioni di inferiorità fisica o psichica oppure è portatrice di handicap. La reclusione passa da sette a 15 anni anche nel caso in cui a commettere la violenza sia un parente della vittima, un genitore (anche adottivo), un tutore oppure un capo o un datore di lavoro. La pena arriva a 16 anni se la vittima ha meno di dieci anni.
Inasprita la pena anche

per lo stupro di gruppo
La violenza sessuale di gruppo, che oggi è punita con un massimo di 12 anni di carcere, comporterà una pena da sette a 16 anni. Se si aggiungono le aggravanti, la reclusione può arrivare a vent’anni e non può essere comunque inferiore a 12 anni se la vittima ha meno di dieci anni o se dalla violenza derivano lesioni gravi. Nel caso in cui le lesioni siano gravissime, la pena non può scendere sotto i 15 anni. La condanna è aumentata fino alla metà se i colpevoli sono recidivi, mentre è diminuita per i partecipanti che hanno un ruolo marginale.
Ergastolo se la vittima muore

e 10 anni se viene ferita
Quando dalla violenza sessuale deriva la morte della vittima, scatta l’ergastolo. Quando allo stupro si aggiungono lesioni personali gravi, la pena non può essere inferiore a otto anni. Non può scendere sotto i dieci anni, se le lesioni sono gravissime.
Giro di vite per le molestie

e i maltrattamenti in famiglia
Sono state inasprite le pene anche per i molestatori. Chi molesta qualcuno con atti o comportamenti a sfondo esplicitamente sessuale è punito con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da mille a 3mila euro. La condanna è dai due ai sei anni per i maltrattamenti contro familiari o conviventi. Nel caso in cui la vittima abbia meno di 14 anni, la pena è aumentata. Mentre se dai maltrattamenti deriva la morte della vittima, gli anni di carcere possono arrivare a venti.
Termini di prescrizione

più lunghi ed enti parte civile
I termini di prescrizione per il reato di violenza sessuale sono raddoppiati. Il provvedimento inoltre prevede la possibilità per gli enti locali e per la presidenza del Consiglio di costituirsi parte civile nei processi per stupro.
Stralciata la discussa norma

sui manifesti «wanted»
Su iniziativa della relatrice del provvedimento, Carolina Lussana, è stata stralciata la norma sulla pubblicazione delle foto dei violentatori ricercati. Era uno dei nodi principali, che aveva suscitato polemiche. La misura, che prevederebbe l’affissione di manifesti wanted nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto, potrebbe essere inserita in un provvedimento ad hoc e potrebbe valere anche per altri reati.


Lezioni anti-violenza

e statistiche dei ministeri
Il ministero dell’Istruzione potrà promuovere nelle scuole iniziative contro la violenza e la discriminazione sessuale. Tocca invece ai ministeri delle Pari opportunità e della Giustizia il compito di svolgere ogni due anni una rilevazione sui fenomeni di stalking e di violenza sessuale.

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