Vip e politici alla festa del samba nerazzurro Muore sugli spalti

Meazza tutto esaurito per la grande sfida stracittadina con tanti brasiliani in campo. Alla fine la spunta l’Inter di Mou. Sfilata in tribuna: dal ministro la Russa a Formigoni. Tra i personaggi Iacchetti, la Parietti, Abatantuono e la Ventura

Se non fosse per il freddo cane, l’atmosfera sarebbe da Carnevale di Rio. Certo, manca il sole torrido di Copacabana, mancano le ballerine seminude del samba, ma l’ambiente è quello della festa infinita. Inter e Milan non si fanno mancare proprio niente in questo derby numero 273 dal sapore agrodolce.
Spettacolo e cattiveria in campo, altrettanto sugli spalti dove le due curve, la Nord nerazzurra e la Sud rossonera, se ne sono dette di tutti i colori. Anzi scritte, perché quello di ieri è stato il derby della cattiva educazione, del fair play rinviato ad altra occasione, dell’occasione mancata insomma. Perché a fronte di una coreografia da brivido, da una parte e dall’altra, quello che si è visto dopo è tutto da dimenticare. Immensi gli striscioni del prepartita e all’ingresso delle squadre, mentre la Sud rossonera esponeva «I sogni sono desideri», quella nerazzurra si accontentava per il momento di una anonima «Curva Nord» che, all’ingresso degli atleti, spariva per lasciare posto a un gigantesco triplo striscione con l’esposizione di sette maxi fondoschiena nel primo e la scritta «Facce da culo» e un megastriscione nero da un lato all’altro della curva, almeno 50 metri, con a caratteri d’oro impresso «Dal 1969 l’unico spettacolo da Oscar».
Da parte loro i milanisti, sotto un gigantesco «Crediamoci» esponevano per tutta la curva gli inquietanti occhi di Diabolik su sfondo rosanero. Fosse finita qui, la festa sarebbe stata completa, ma il bello, anzi il brutto è arrivato dopo. Gli interisti l’hanno fatta da padrone contro gli ultrà avversari: «Avete più coppe in bacheca che ultrà in curva», «Ogni maledetta domenica... ci copiate». E i rossoneri rispondevano con «Noi portiamo Kiplin al Famedio, voi i vostri traditori all’Infamedio», «In questo inverno gelato il ritornello non è cambiato: interista pezzo di merda» e altre amenità che è meglio non ricordare. Ma se la buona educazione mancava in curva, era invece presente tra i vip che affollavano la tribuna d’onore. Tanti i politici dall’onorevole Lupi del Pdl al governatore Formigoni, dal ministro Ignazio La Russa al sottosegretario Romani, Iannone, il magistrato D’Ambruosio, e tanti artisti: Enzino Iacchetti, coscialunga Parietti, Giovanni e Giacomo (non s’è visto Aldo), Diego Abatantuono con l’inseparabile Ugo Conti, ma anche campioni delle due ruote come Dovizioso, tanti ex illustri: Arrigo Sacchi valga per tutti e nascosto in un angolo, spione e bene attento al comportamento del Milan, Sir Alex Ferguson, il tecnico manager del Manchester che incontrerà proprio i rossoneri in Champions. Apparaizione anche per Ilaria d’Amico la giornalista di Sky che tra un mese diventerà mamma.

Peccato che a guastare lo spettacolo ci sia messo l’arbitro Rocchi che, al momento dell’espulsione di Sneijder, ha provocato un lancio di oggetti in campo, con una bottiglietta che è finita sul naso di una tifosa del primo anello immediatamente soccorsa dai medici. E altri incidenti si sono verificati in curva con un tifoso rotolato per le scale e subito soccorso.

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