Matteo Boniciolli, allenatore dell'anno nel 2008 con Avellino, cireneo salito in corsa sul treno Virtus con l'illusione di convertirla, pur conoscendone i vizi, chiede a Tonino Zorzi, il suo venerabile assistente, di pregare per lui quando Cholet, tornata incredibilmente a 2 punti (77-75), dopo un meno 13 a 6' dalla fine, attacca e fallisce l'ultimo tiro lasciando alla Virtus Bologna l'Eurochallenge, la terza delle coppe europee, la più piccina, ma, considerando che l'Italia del basket non vinceva un trofeo continentale dal 2002, bisogna dire che da oggi sarà un trofeo bello grande da accarezzare.
Per alzarla, baciarla, bisogna prima dimenticare il folle finale dei regali, i tre liberi su quattro mandati contro il ferro da Ford (2) e Langford (1 su 2), miglior giocatore della finale e non soltanto per i suoi 21 punti; dimenticare le debolezze mentali di una squadra che ama il bello, ma soprattutto il peccato, cominciando dal suo ispiratore Boykins, che battezza male il giovane francese Nando De Colò, un ventiduenne in maschera arrivato a 24 punti e fortunatamente fermato sulla porta che avrebbe aperto l'inferno Virtus. Per questo Boniciolli ha pregato con Zorzi, perché il paron, nel 1981, alla testa di una Carrera Venezia spaziale, cominciando dal divino Haywood e dal grande Dalipagic, stava dominando la finale di Korac, lo stesso trofeo stilizzato alzato ieri dalla Virtus, anche se ora ha un altro nome, ma nell'ultimo secondo un americano sconosciuto della Juventud Badalona lasciò partire un tiraccio che si è infilato al suono della sirena confessando poi che era stato Dio a guidargli la mano. Ieri non è accaduto per la gioia di chi organizzava, del Sabatini che dopo tante beffe sulla sirena trova finalmente la coppa al sesto tentativo in una finale, quarto trofeo europeo della Virtus dei 15 scudetti e che in questo continente aveva vinto nel 1990 una coppa Coppe e poi nel 1998 e 2001 l'Eurolega, il massimo trofeo, apoteosi per Ettore Messina il magnifico della Dotta che a fine mese difenderà il suo titolo a Berlino con il Cska sfidando Barcellona e le due grandi di Grecia.
La Virtus guida sempre la corsa (21-19 45-39 64-57), ma quando allunga si ferma aspettando applausi e carezze e lo Cholet, 10° nel campionato francese, le regala un mazzo di ortiche tenendola sempre in angoscia nel giorno in cui Roma le chiede spazio per il secondo posto dopo aver battuto Milano, fermata dopo 8 vittorie, nella sera in cui Varese, altra grande della nostra storia, ritrova la serie A.
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