da Milano
Sono circa 90, finora, le vittime provocate dall'influenza aviaria nel mondo. Il virus H5N1 è stato isolato per la prima volta 10 anni fa in alcune anatre in Cina, e oggi ha raggiunto l'Italia dove sono in corso dei test per verificare la presenza del temibile virus in alcuni cigni selvatici nel ragusano. Secondo i dati più recenti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) le morti causate nell'uomo dal virus H5N1 sono 88. Di queste: 4 in Turchia, 16 in Indonesia, 7 in Cina, 4 in Cambogia, 14 in Thailandia, 42 in Vietnam e 1 in Irak. I primi casi di contagio da animali a uomo si verificano ad Hong Kong nel '97, anno che segna le prime sei vittime provocate dal virus killer. L'eliminazione in tre giorni di circa un milione e mezzo di volatili blocca l'epidemia. Segue il silenzio per sei lunghi anni.
L'influenza aviaria, infatti, non fa più parlare di sé fino alla metà del 2003, anno in cui torna a colpire ancora una volta l'Asia, riemergendo proprio ad Hong Kong. A dicembre 2003 colpisce la Thailandia, infettando alcuni grandi felini in uno zoo. E arriva, nello stesso mese, in alcune fattorie della Corea. Nel gennaio 2004 è la volta del Vietnam, dove il virus viene rintracciato in alcuni allevamenti. L'inizio del nuovo anno segna anche l'ingresso del virus in Giappone e in Cambogia, nonchè il ritorno in Thailandia. Nel febbraio 2004 si diffonde anche in Indonesia e in Cina e nel settembre dello stesso anno si ha la prima notizia di un caso di contagio da uomo a uomo. Un altro caso simile si registra in marzo in Vietnam e fra giugno e luglio 2004 l'influenza aviaria è ormai presente in allevamenti di Cina, Indonesia, Thailandia e Vietnam.
In agosto l'infezione raggiunge la Malaysia mentre la Cina segnala i primi casi di infezione nei maiali. Sale, dunque, l'allarme tra gli esperti. Il timore è che possa svilupparsi una pandemia tra gli uomini. Nel gennaio 2005 si verifica in Thailandia un altro caso sospetto di trasmissione da uomo a uomo. L'infezione per gli essere umani sembra comunque derivare esclusivamente dallo stretto contatto con animali infetti. E la conferma sembra arrivare dal fatto che gli unici casi umani finora registrati siano stati rilevati solo in Paesi in cui gli uomini vivono in stretto contatto con pollami e simili.
Per tutto il 2005 si segnalano diversi focolai in varie regioni della Cina. In luglio il virus raggiunge la Russia, attraverso la Siberia, e in agosto viene segnalato nel Kazakhstan, in Tibet e in Mongolia. In ottobre il primo caso di influenza aviaria in Turchia porta la Commissione Europea a vietare l'importazione di uccelli vivi e piume dalla Turchia. In ottobre il virus viene isolato in Romania e in novembre nel Kuwait. In dicembre è la volta dell'Ucraina. Nel gennaio 2006 la conferenza internazionale di Berlino decide lo stanziamento di 1,9 miliardi di dollari per contrastare la diffusione dell'influenza aviaria negli allevamenti.
A fine mese si verifica la prima vittima nel Kurdistan iracheno. Martedì scorso, il sette febbraio, il virus H5N1 viene isolato per la prima volta in Africa. A rilevare la presenza dell'H5N1 in un allevamento di Kaduna, in Nigeria, tecnici italiani.
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