Pedro Armocida
da Roma
«È un atto d'amore verso il calcio», così esordisce Paolo Virzì sotto la cui amorevole ala protettrice hanno trovato posto quattro registi esordienti per la commedia 4-4-2 il gioco più bello del mondo in uscita il 19 maggio, distribuito da Medusa che lo ha anche prodotto insieme a Sky e alla Motorino amaranto, società del regista livornese. 4-4-2 come il celebre modulo calcistico, ma anche come gli altrettanti registi degli episodi, affiancati da uno stesso numero di sceneggiatori, con le due punte deccezione Paolo Virzì e Francesco Bruni.
Nato intorno al Centro Sperimentale di Cinematografia, da cui provengono tutti gli autori e tecnici, inclusi Virzì e Bruni che lì insegnano regia e sceneggiatura, 4-4-2 il gioco più bello del mondo si anima di quattro storie legate al calcio, diverse tra loro, ma tutte allinsegna del vero spirito che dovrebbe animare il mondo del pallone ossia, spiega bene Virzì, «quel mistero e quellincanto infantile ma anche commovente che ci fa uscire dalle nostre case, salutare le nostre compagne, per andare a giocare a calcetto e rischiare, vista la nostra età, di non tornare più». Perché, e il riferimento alle cronache di questi giorni è inevitabile, «anche nel giocatore più invischiato cè un bambino innocente che gli piace giocare alla palla che rotola». Ed è proprio in questa frase, e anche nella sua costruzione lessicale, che si può racchiudere il senso di tutta loperazione, nostalgica e affettiva verso quel mondo del calcio più minore e marginale ma nondimeno più puro e idealista.
Dato che le colpe, sempre secondo Virzì, ricadono sui dirigenti e quindi ecco lo slogan «meno Moggi e più Yuri Barzalli». Dove il primo è il direttore sportivo della Juventus ora nella bufera e il secondo il protagonista dellultimo episodio del film, Il terzo portiere di Roan Johnson (regista anglopisano), in cui un inedito Valerio Mastandrea con accento toscano interpreta un portiere di una squadra in C1 che cerca di falsare una finale per tirare su un bel gruzzoletto con le scommesse. Ma quando toccherà proprio a lui parare il rigore decisivo ci sarà ovviamente il colpo di scena redentore. Una struttura che funziona anche per i personaggi degli altri episodi, con il tredicenne napoletano Antimo che in Meglio di Maradona di Michele Carrillo è un portento del pallone ma anche un po mariuolo, e verrà salvato dal mister trasandato e sfigato Nino DAngelo. O il procuratore Olnaghi (Gigio Alberti) ex giocatore caduto in disgrazia che in Balondòr di Francesco Lagi cerca di vendere alla giovanile del Milan un bambino africano portato illegalmente dal Mali, salvo poi diventarci amico.
Più composito lepisodio La donna del Mister di Claudio Cupellini in cui si parla anche di omosessualità, tema da sempre tabù nel mondo del calcio e quindi qui coniugato in quota rosa.
Virzì: «Il mio atto damore per il calcio»
Mastandrea è un portiere che scommette ma poi si redime
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