Visionari in passerella. L'Oasi Zegna sfila a Dubai

Tra stile e tessuti impalpabili l'ultima collezione di Alessandro Sartori. Il patron: "Qui il 10% del fatturato"

Visionari in passerella. L'Oasi Zegna sfila a Dubai
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Portare l'Oasi Zegna nel cuore di Dubai è una lucida follia in linea con quella del fondatore dello storico lanificio italiano che nel 1930 ha comprato 100 chilometri quadrati di territorio brullo nelle montagne biellesi, ci ha piantato mezzo milione di piante e ha trasformato un'area grande 30 volte Central Park in un santuario della natura. «Qui facciamo il 10 % del nostro fatturato, il negozio che abbiamo nel Dubai Mall è il più importante del mondo, quello in cui serviamo clienti di 30 nazionalità diverse» spiega Gildo Zegna, presidente e amministratore delegato del Gruppo che oggi comprende anche marchi come Thom Browne e Tom Ford.

Ecco quindi che per una settimama l'avvenristico edificio dell'Opera Dubai ospita un'emozionante installazione sull'Oasi con tanto di alberi, ranger in divisa che illustrano le caratteristiche del luogo, canti di uccellini registrati e chi più ne ha più ne metta. Alla fine di questo percorso dietro una grande porta in legno c'è una perfetta riproduzione di Villa Zegna, ovvero la casa che il fondatore ha costruito nel 1910 accanto al lanificio di Trivero. Qui per una settimana i 150 clienti top di Zegna verranno accolti come ospiti che oltre ad ammirare i cimeli di famiglia, possono provare, ordinare e acquistare la nuova collezione. All'ingresso c'è la sedia con appoggiato il cappello del conte, poi si passa nello studio con il leggendario quaderno degli ordini accanto agli occhiali sul tavolo per poi approdare nel guardaroba dove sono appesi gli abiti originali di 100 anni fa.

Da qui si accede nella lussuosa lounge in cui sono esposti abiti e accessori della collezione per la prossima estate che ha sfilato mercoledì scorso nel grande salone dell'Opera Dubai trasformato per una sera in un'oasi del Rub al-Khali, ovvero il secondo più grande deserto sabbioso del mondo (il primo è il Sahara) quello più ricco di giacimenti petroliferi. «Ci sono voluti giorni per trasportare qui tonnellate di sabbia, costruire le dune e piantare un po' di palme e tanti alberi di Ghaf, la sola pianta al mondo che può resistere a queste temperature micidiali» spiega il direttore artistico Alessandro Sartori poco prima di far sfilare su una struggente partitura curata ed eseguita dal vivo da James Blake la più bella delle sue collezioni. Stavolta con abiti e accessori di rara eleganza sfila un'idea di mondo al tempo stesso nuova e auspicabile. L'uomo sembra entrare in una dimensione più gentile e rilassata dove non si perde l'aplomb presentandosi con un completo in popeline di seta stropicciato ad arte che, in mezzo a tutto, pesa 300 grammi.

L'allure resiste anche togliendosi le scarpe che ai piedi hanno l'aspetto di un elegante mocassino formale, ma una volta in mano diventano morbidissime e leggerissime calzature che si ripiegano su se stesse e s'infilano comodamente in tasca. La famosa giacca del conte che è una stupenda overjacket con le tasche basse sul davanti viene proposta nel cosiddetto Shetland estivo che è un lino dell'Oasi filato con un effetto malfilé che è tutto un programma. Perfino i capi in pelle sono incredibilmente leggeri e soprattutto lavabili: cardigan, pullover e giacche camicia lussuosamente decontracté. Tutto può essere anche ordinato e fatto su misura con la più vasta e meravigliosa scelta di colori e materiali.

Sarebbe un peccato allontanarsi troppo da quelli che Sartori ha scelto e studiato per le 58 uscite dello show perché si sa che la perfezione non è di questo mondo ma sulla passerella sabbiosa di Dubai ci siamo andati molto vicini.

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