Cronaca locale

Le visioni cinematografiche di Mimmo Rotella

Le visioni cinematografiche di Mimmo Rotella

Le opere di Mimmo Rotella sono ospiti della galleria «JZ Art Trading» a Brera (via Fiori Chiari 16), del famoso calciatore francese Jonathan Zebina. Giovedì scorso: all’evento erano presenti i décollage più celebri dell’artista calabrese come quelli raffiguranti stelle del cinema, l’avvenente Marilyn Monroe, il pittoresco Charlie Chaplin o personaggi storici come la bellissima Cleopatra... Le donne per Rotella sono sempre state immagini creatrici d’ispirazione: «La donna è espressione suprema di bellezza».
Non manca «Amore», un’opera traboccante di fascino o «Lo spettacolo» che rappresenta una tigre da circo. Varie figure illustri hanno preso parte all’avvenimento dal calciatore del Parma, Bernardo Corradi, al bizzarro artista Giuseppe Scagliola tra spumante, tartine e belle donne. Davvero un curioso vernissage. Il nuovo realismo di Rotella avviato negli anni Cinquanta ancora oggi dà motivo di riflessione. In Rotella la visione del décollage si manifestò a Roma, come un lampo di genio, osservando gli svariati cartelloni pubblicitari delle strade della città. Questo artista si è guadagnato la fama di grande rivoluzionario per l’innovazione che ha apportato alla cultura artistica del dopoguerra. Per Rotella l’arte è rivoluzione. Essendo un assiduo viaggiatore, impregna le sue opere d’arte di strada riuscendo così a mettere in comunicazione persone di background differenti.
Zebina racconta: «Il mio incontro con Mimmo Rotella è stato l’inizio di una ricca ed emozionante collaborazione. Avevamo già organizzato una sua mostra tre anni fa. Piero Masciti, direttore della fondazione di Mimmo Rotella l’ha sempre sostenuto. Per quanto mi riguarda lo stimo per essere un artista senza tempo, per il suo modo d’essere contemporaneo. Lo stimo per la sua capacità d'influenzare tutti sia i grandi che i piccoli.

Il suo è uno strappo più esplicito, uno strappo più glamour, uno strappo che nell’attimo successivo al primo sguardo ci fa capire il messaggio che voleva far passare, e questo, lo riconoscerete non è da poco».

Commenti