La visita del Papa in Turchia adesso preoccupa la Chiesa

Il vicario apostolico: «Per molti qui la presenza del Pontefice è scomoda». Il prete francese: «Non porto rancore»

Marta Ottaviani

Il peggio è passato. Padre Pierre Brunissen, accoltellato domenica a Samsun da uno squilibrato di 47 anni, non ha riportato ferite gravi ed è stato dimesso dall’ospedale.
Ma la tensione in Turchia rimane. E adesso tutti gli occhi sono puntati sul viaggio che Papa Benedetto XVI compirà nel Paese a fine novembre. Un evento fortemente voluto sia dalla Santa Sede sia dal Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, ma attorno al quale il clima sta diventando sempre più pesante.
Monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, che ieri in un’intervista al Giornale aveva parlato di mancanza di sicurezza per i cristiani in Turchia, oggi è anche più esplicito.
«In Turchia - spiega monsignor Padovese - c’è ancora un forte nazionalismo che cerca di creare una distanza sempre più marcata fra il mondo turco e quello europeo. Penso che succederà qualcosa dopo la visita del Papa. Con ogni probabilità vi sarà una campagna mediatica per minimizzare quanto il pontefice andrà a dire e fare. Per molti qui la presenza del Papa è una presenza scomoda».
Sotto accusa anche la stampa turca, che secondo monsignor Padovese fornisce una visione parziale della situazione. Particolare che non stupisce, se si ricorda l’atteggiamento di numerosi media dopo l’omicidio di Don Santoro. La versione online del quotidiano ultra nazionalista Yeni Safak scrive che l’Italia è stata sconvolta un’altra volta dall’accoltellamento di un prete, lasciando intendere chiaramente che la stampa nazionale non ha niente di meglio di cui occuparsi.
Nel frattempo ieri don Brunissen è stato dimesso dall’ospedale di Samsun. Il suo assalitore è ancora sotto interrogatorio da parte delle autorità della città sul Mar Nero, e non sono ancora emersi dettagli sui motivi che hanno provocato l’aggressione. Secondo la polizia di Samsun, l’uomo aveva già minacciato padre Brunissen accusandolo di proselitismo, e in passato sarebbe anche stato indagato per l’uccisione di sua madre.
«Sto bene, sono solo un po’ scosso - ha detto padre Brunissen all’uscita dell’ospedale -. Questa persona era già venuta da me altre volte per dirmi che voleva farmi conoscere un suo amico. Mentre camminavo con lui mi ha accoltellato. Nonostante tutto non serbo rancore verso di lui».
Padre Brunissen ha anche voluto lanciare un messaggio di speranza e ottimismo.

«Nonostante ci siano estremisti - ha detto - che mi attaccano con una campagna di calunnie, sto cercando di costruire insieme ai miei pochissimi parrocchiani il clima di amicizia migliore possibile con i musulmani di Samsun. Tutti sanno che noi non facciamo nulla di sbagliato. Il dialogo e la conoscenza devovo andare avanti».

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