I problemi tra ebrei e cattolici restano, ma lincontro di Benedetto XVI con la comunità ebraica romana - un «momento di grazia», titola lOsservatore Romano - ha dimostrato la comune volontà di affrontarli e risolverli, consolidando la via del dialogo. Questa laria che si respira in Vaticano allindomani della «storica» visita alla Sinagoga di Roma, la seconda di un Papa a 24 anni da quella di Giovanni Paolo II. Per il cardinale Walter Kasper, presidente della Commissione vaticana per i rapporti religiosi con lebraismo, levento costituisce «un rafforzamento del nostro dialogo, perché - ha detto alla Radio Vaticana - le due parti hanno affermato di essere determinate ad andare avanti nel dialogo, non soltanto in senso accademico ma anche come scambio di valori». Importante, per Kasper, in particolare quello che papa Ratzinger ha detto sulla «eredità comune» dei Dieci Comandamenti, presentati come un «codice etico» per tutta lumanità. «Sì, è vero - ha aggiunto -, ci sono differenze tra ebrei e cattolici, e ci sono anche problemi concreti. Ma la differenza è data dal fatto che questi problemi possano essere risolti in un contesto di ostilità o di amicizia». «Ieri - ha aggiunto - abbiamo costruito fiducia, amicizia e possiamo andare avanti, perché questo dialogo è un segno importante che anche dopo un lungo periodo di contrasti, si può ricominciare».
Anche per il direttore dellOsservatore Romano, Giovanni Maria Vian, pur preceduta da «bagliori polemici», la visita «ha invece mostrato come decisa sia la comune volontà di affrontare le questioni aperte nel rapporto tra ebrei e cattolici». Vian, in un editoriale, descrive i «contrasti» come quello sulla beatificazione di Pio XII come «frutto di enfatizzazioni mediatiche», operazioni «irresponsabili o strumentali» e «prive di reale consistenza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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