In vista del voto Marrazzo punta tutto sulla comunicazione

CONFRONTO La giunta di centrodestra aveva impegnato circa la metà dei finanziamenti

In vista del voto Marrazzo punta tutto sulla comunicazione

Marrazzo batte Storace 27 a 15. Percentuali di gradimento ad opera di qualche sondaggista? Niente affatto: il netto sorpasso va inquadrato alla voce «spese relative alle attività di promozione, informazione, comunicazione e documentazione della Regione Lazio».
È il leader della Destra in persona ad affermarlo, tuonando contro la mala gestio del Pd dalle colonne del suo blog. Grazie al lavoro certosino di Donato Robilotta, consigliere dei Socialisti riformisti (Pdl) alla Pisana, si è scoperto che Marrazzo, in quattro anni di governo, ha impegnato la bellezza di 27 milioni di euro per la comunicazione istituzionale. Per la precisione, 5,4 milioni nel 2006; 4,5 milioni nel 2007; 6 milioni nel 2008; 11,6 milioni nel 2009. Mica male, in tempi di crisi.
«Un quadro scandaloso», commenta Storace, che ricorda come durante il quinquennio in cui era governatore «la nostra amministrazione stanziava un terzo della cifra di cui ha bisogno Marrazzo: tre milioni nel 2002; 4,7 nel 2003; 6 nel 2004 e 4,3 nel 2005, per un totale di 15 milioni di euro».
E pensare che l’opposizione non aveva certo lesinato critiche all’ex ministro della Salute sulle risorse per la comunicazione istituzionale. Ma tant’è: il classico caso in cui la sinistra predica bene e razzola male.
A far riflettere, poi, è la coincidenza che l’impennata delle spese per la promozione dell’appannata immagine della Pisana arrivi a pochi mesi dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Lazio. Marrazzo, in pratica, sarebbe già in campagna elettorale.
Non esita a chiederlo lo stesso Robilotta, che lo scorso 3 settembre ha presentato un’interrogazione urgente a risposta immediata al presidente del Consiglio regionale Guido Milana. In calce al documento il consigliere regionale solleva dubbi sui motivi del raddoppio della somma, «che arriva ad essere superiore ai 20 miliardi di vecchie lire, riguardanti in modo particolare la pubblicità del presidente della Regione», proprio nell’anno antecedente «le imminenti elezioni regionali del prossimo marzo 2010». In vista delle quali Marrazzo è indaffarato a fare opera di «autopromozione», mentre l’unica campagna pubblicitaria «davvero degna di questo nome», a detta di Robilotta, è stata quella per la raccolta differenziata dei rifiuti.
«Noi con quei soldi - ricorda invece Storace - informammo i cittadini dei 378 comuni del Lazio sul sangue da raccogliere per le donazioni, sugli ospedali che aprivamo e i servizi alla cittadinanza, sulla carta senior per garantire una vita decorosa alla povera gente, sul diritto a una memoria condivisa con il primo esempio di legislazione sulle foibe, precedendo di un anno il Parlamento». Mentre il centrosinistra cade in ulteriore contraddizione: da un lato fa dietrofront, in modo inaspettato, sul Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. Un evidente tentativo di non assumersi la responsabilità di scelte impopolari nei confronti dei cittadini. L’effetto collaterale però è dietro l’angolo: perché, così facendo, il rischio che chiunque governi nel 2010 sia costretto ad aumentare le tasse per colmare la voragine dei debiti della sanità è tutt’altro che scongiurato.
Dall’altro lato fa spese folli, magari per preparare qualche slogan televisivo che serva a riconquistare la fiducia degli elettori.
Un atteggiamento che suscita l’indignazione di Storace.

Per lui, aver raddoppiato gli stanziamenti per l’attività di promozione della Regione Lazio sul capitolo di bilancio a disposizione della presidenza della Giunta regionale significa aver assestato «un vero e proprio schiaffo a quelle famiglie del Lazio che con il proprio stipendio non riescono ad arrivare alla fine del mese».
Un caso degno di “Mi manda Raitre” .

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