Vita, dopo un 2015 da record ecco un anno con tante sfide

Le polizze classiche (ramo I) rappresentano i due terzi della raccolta, ma sono le «unit linked» quelle cresciute di più

Ennio MontagnaniQuasi 100 miliardi di euro. A tanto ammonta (per la precisione 99,6 miliardi) la nuova produzione di polizze individuali e collettive sulla Vita delle imprese italiane ed extra-Ue nel 2015. Un livello che costituisce l'importo più elevato mai rilevato dall'Ania, e che è del 5,8% al di sopra dei 94,1 miliardi del 2014. Se si esamina il trend delle singole tipologie del ramo Vita, si può constatare come il ramo I (quello relativo alle polizze classiche) sia rimasto il cuore del mercato; anche lo scorso anno è riuscito a calamitare i due terzi dell'intera nuova produzione Vita pur registrando, tuttavia, una contrazione in termini di volumi: l'ammontare dei premi si è infatti attestato a 65,7 miliardi, il 4,8% in meno rispetto al 2014 (ma ancora in vantaggio del 34,6% rispetto ai 48,8 miliardi raccolti nel 2013).A trainare i flussi annui del settore Vita è stata, infatti, la domanda in progressiva crescita verso i prodotti di ramo III, e, in particolare, verso le polizze di tipo unit linked, i contratti a più elevato contenuto finanziario (i premi vengono infatti di norma investiti in fondi comuni e in comparti di sicav). Le unit linked evidenziano un volume di raccolta pari a 30 miliardi, cioè il 50% in più rispetto al 2014 e, addirittura, il 137% in più rispetto ai 12,6 miliardi che questa tipologia di contratti aveva raccolto nel 2013: questo exploit ha portato al 30% l'incidenza delle polizze linked sull'intera nuova raccolta, mentre solo due anni fa tale percentuale non andava oltre il 19,5%.In contrazione, invece, sia i premi raccolti con le polizze del ramo V (i contratti a capitalizzazione), che hanno visto scendere a 3,1 miliardi i premi annui (-25,4% rispetto al 2014), e anche i flussi diretti alla gestione dei fondi pensione (ramo VI), con volumi pari a 702 milioni (-4,6% rispetto al 2014). Da segnalare, però, che l'andamento dei premi per le nuove adesioni a forme pensionistiche individuali, comprensive di Fip (Forme individuali di previdenza), ha invece registrato un incremento annuo del 9,4% portando l'ammontare dei versamenti annui a 1,3 miliardi di euro. Interessante, infine, l'analisi relativa ai diversi canali distributivi. Infatti se i flussi intermediati tramite i canali bancari (che rappresentano circa il 70% della raccolta annua vita in Italia) sono cresciuti del 5,1% (a quota 68,7 miliardi), il canale degli agenti assicurativi segna un modesto +1% (con 9,7 miliardi di premi annui), mentre il canale dei promotori finanziari può vantare un rotondo +21,9% (con 16,8 miliardi di raccolta), grazie al collocamento delle polizze unit linked e dei Fip. Proprio quest'ultimo dato relativo ai promotori, ci introduce alle tante sfide che il settore affronterà nel 2016. Un anno iniziato con le forti turbolenze sui mercati finanziari che spingeranno inevitabilmente la domanda per le polizze del ramo I, quelle relative ai contratti con la garanzia del capitale e il rendimento minimo garantito.Per contro, le polizze unit linked potrebbero soffrire l'aumento dell'avversione al rischio da parte delle famiglie che, d'altra parte, avranno la necessità di investire in polizze assicurative non troppo prudenti per evitare guadagni troppo risicati.

In questo difficile equilibrio, tra ricerca di reddito e voglia di protezione dai ribassi di Borsa, si potranno inserire i consulenti finanziari che, in virtù del rapporto di fiducia stabilito con i propri clienti, potranno allestire soluzioni miste (polizze ramo I, ramo III e ramo VI) per coprire al meglio le specifiche esigenze dei risparmiatori.

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