Vita e conversioni di Leone l’Africano, il primo dotto islamico alla corte del Papa

Ci sono uomini che hanno una vita sola, che stanno, per tutta la loro esistenza, dalla stessa parte della barricata. Altri invece, per fortuna o malignità del destino, vengono scaraventati da una parte e dall’altra. Conoscono mondi diversi, si adattano, imparano, magari si convertono e poi si riconvertono. È il caso di Hasan al Wazzan, il grande intellettuale islamico che fu anche il grande intellettuale cattolico Leone l’Africano. E prima di fare confusione (gli studiosi l’hanno fatta a lungo), è forse il caso di riassumere gli eventi salienti. C’è voluto qualche secolo per rimetterli in ordine. E l’intervento di Natalie Zemon Davis, una delle storiche più famose del mondo, con il suo La doppia vita di Leone L’africano (Laterza, pagg. 469, euro 24, trad. Maria Gregorio).
Nel 1518 Hasan al Wazzan è al culmine della sua prima vita. Nonostante la sua famiglia sia fuggita, anni prima, da Granada, conquistata dai cattolicissimi re di Spagna, lui è riuscito a diventare ambasciatore del sultano di Fez. Il destino può però cambiare rapidamente se si naviga in un Mediterraneo solcato da pirati cristiani e musulmani che si sfidano in un feroce rimpiattino. La nave di al Wazzan è abbordata, lui preso prigioniero. Lo salvano dal remo le vesti da ambasciatore, forse anche il fatto che mastica un poco di spagnolo. Viene inviato a Roma, dal Papa Leone X. Qui la sua diventa prigionia di lusso. Gli viene aperta la parte araba della biblioteca pontificia. Gli viene chiesto di tradurre, di scrivere dell’Africa. Tanto che nel 1526 finisce di scrivere quello che sarà un vero e proprio bestseller geografico: Descrittione dell’Africa. E intanto ha smesso di essere al Wazzan ed è diventato Giovanni Leone l’Africano, battezzato dal Papa con pubblica e solenne cerimonia. Così inizia la sua seconda vita, con una moglie e un figlio, in quel di Roma. Ma non è semplice nemmeno essere Giovanni Leone il cattolico. Nel 1527 sull’Urbe piombano i lanzichenecchi luterani. Portano morte e distruzione. Giovanni scappa, torna nelle terre dove regna la Mezzaluna. Si riconverte.


Quando si chiudono le pagine della Davis, e si ripensa alle vicende di questo dotto sospeso tra due mondi, il passato sembra presente. Inevitabilmente ci si chiede che cosa sia successo nell’animo di Hasan-Giovanni. Non lo sapremo mai. Però non è un caso se proprio ora la sua vicenda emerge dalle sabbie del tempo e torna a interessarci.

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