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La vita di Tina Anselmi per celebrare il 25 aprile

Su Raiuno il film tv sulla prima donna a sedere in Parlamento. Dopo aver fatto la Resistenza

La vita di Tina Anselmi per celebrare il 25 aprile

Quando a fare notizia, in politica, bastava essere donna. Fra le pochissime che già cinquant'anni fa ci riuscirono, lei: Tina Anselmi. Prima partigiana (ad appena 16 anni), poi sindacalista dalla parte delle operaie, quindi deputata in parlamento tra le fila della storica DC, prima donna ministro in Italia nel 1984 e, a finire, nel 1976, Presidente della Commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2. «La storia di questa donna rientra nel catalogo di quelle che hanno fatto grande il nostro Paese riassume Luciano Manuzzi - Ho avuto modo di incontrare Tina Anselmi; e oggi penso a lei come ad un'eroina civile, che ha attraversato gli anni più complicati del nostro Paese esprimendo una rara qualità: saper sempre essere vicina alle persone, alle loro necessità, con empatia e generosità. Caratteristiche che chiunque fa politica, allora come oggi, dovrebbe possedere». Manuzzi ha diretto per Raiuno Tina Anselmi Una vita per la democrazia, che oggi in prima serata ripercorrerà la vita avventurosa (e in gran parte ignota anche a chi ancora ricorda la Anselmi degli ultimi anni) di una delle prime donne a sedere nel parlamento repubblicano. «Non avrei mai creduto di poterla interpretare», ammette Sarah Felberbaum, che fisicamente non la ricorda in nulla, ma che dice di aver «letto e studiato tantissimo sulla sua storia, perché ho sentito immediatamente la responsabilità d'interpretarla. Questo film può insegnare alle nuove generazioni che la battaglia per la parità va avanti da tanto, e che non bisogna fermarsi nel perseguirla, anche se oggi la si dà per scontata».

Tina Anselmi aveva appena 16 anni quando, costretta dagli occupanti tedeschi, dovette assistere all'impiccagione di 31 prigionieri italiani. Lo shock fu tale da spingerla a diventare staffetta partigiana: trasmetteva ordini pedalando tra Castelfranco e Treviso. Nella primavera del 1945, issata su un carrarmato alleato, guidò i liberatori per le strade del suo Veneto. «Per me questo film televisivo è stata un'esperienza difficile, ma stimolante riflette il regista - Tina Anselmi ha dato un imprinting di bellezza e di gioia all'attività politica; proprio ciò che manca alla politica d'oggi. La bellezza e la gioia di una donna che amava occuparsi degli altri.

E agiva spinta dalla volontà di aiutare tutti».

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