da Milano
Il taglio alle pensioni delle vedove dei dipendenti pubblici finisce nel mirino della Corte costituzionale. Liniziativa è della Corte dei conti della Sicilia, che ha inviato alla Consulta gli atti di un processo perché si pronunci sulla presunta incostituzionalità del comma 774 della Finanziaria, voluto dal ministro dellEconomia, Tommaso Padoa-Schioppa e dal suo vice Vincenzo Visco, che applica retroattivamente la legge Dini anche per le pensioni pubbliche liquidate prima della sua entrata in vigore. Per il ministero dellEconomia nessun taglio: «La Finanziaria ha finalmente chiarito in via interpretativa - si legge in una nota - quanto già stabilito dalle norme della riforma Dini del 1995, che equipara per lo specifico aspetto dellindennità integrativa speciale il sistema di calcolo delle pensioni dei lavoratori pubblici a quello dei lavoratori privati».
«Non è vero, e lo dicono i numeri - afferma Stefano Cecchi del sindacato di base Rdb Cub -. Prendiamo un poliziotto andato in pensione con 1.300 euro: la sua vedova oggi ne prende 780 anziché un migliaio, come le spetterebbe se lindennità fosse pagata interamente. Non è una differenza da poco. Tantè vero che tutti coloro che sono stati informati - ma non certo dai sindacati confederali - hanno presentato ricorso alla Corte dei conti e lhanno vinto. Ora non ci sarà lapplicazione del miglior favore a chi lo doveva avere e chi lha già avuto dovrà restituirlo».
«Ma se la Consulta, accogliendo le dure critiche della Corte siciliana, stabilirà lincostituzionalità della legge - commenta Agostino Apadula, segretario nazionale di Fastpensionati - è prevedibile una nuova valanga di ricorsi, in aggiunta ai molti già vinti, e ai moltissimi altri bloccati in attesa di sentenza. Ma un governo serio dovrebbe a nostro avviso assumersi le proprie responsabilità e regolarizzare dufficio tutti gli aventi diritto, arretrati compresi. Non dimentichiamo che fino ad oggi tutte le sezioni giurisdizionali della Corte dei conti hanno avvalorato il diritto dei coniugi superstiti dei pensionati di vedersi rivalutare i ridottissimi trattamenti: il governo ora questo diritto lo ha negato. Tantè vero che la Corte di Palermo, nella sua ordinanza con cui ha trasmesso gli atti alla Consulta, afferma che nel comma 774 il legislatore ha notevolmente modificato (in pejus per i pensionati) la disciplina precedente, illegittimamente disponendo peraltro che quello era il significato della normativa precedente».
Bipartisan le reazioni del mondo politico. «Nella Finanziaria il governo di centrosinistra ha tagliato le pensioni di reversibilità alle vedove dei dipendenti pubblici, mentre adesso vara in Consiglio dei ministri un disegno di legge che vorrebbe dare la pensione di reversibilità alle coppie gay», sottolinea il senatore di An, Mario Baldassarri, capogruppo alla commissione Bilancio. «LUdc è stato il primo partito ad accorgersi del colpo di mano di Prodi - dice la deputata Anna Teresa Formisano (Udc) -, lo avevamo già stanato con uninterrogazione al ministro Ferrero datata 25 gennaio scorso. In attesa del giudizio della Corte costituzionale, ci attendiamo un atto di responsabilità da parte del governo e un conseguente ritiro del provvedimento». Il taglio alle pensioni di reversibilità è «grave e inaccettabile» anche per la senatrice Manuela Palermi, capogruppo Verdi-Pdci a Palazzo Madama.
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