«Non rispondere agli insulti con gli insulti», non «cadere nelle provocazioni degli avversari che cercheranno di recuperare terreno» ma parlare agli elettori dei progetti già realizzati e futuri per la Lombardia, «come la sanità di eccellenza» è la lezione che il leader e viceministro della Lega Matteo Salvini ha impartito in una riunione a porte chiuse con gli 88 candidati nelle liste del Carroccio alle Regionali del 12 e 13 febbraio. Una campagna dai noti soft è quasi una novità per il Carroccio. Salvini ha lanciato le liste ieri al Palazzo delle Stelline con il governatore Attilio Fontana e il segretario regionale Fabrizio Cecchetti. A Milano corrono tra gli altri Riccardo Pase, Deborah Giovanati, Silvia Scurati, Stefano Bruno Galli, Emanuela Bossi, l'ex sindaco di Opera Ettore Fusco, Jari Colla, i consiglieri comunali Samuele Piscina e Pietro Marrapodi. E passato da Forza Italia al Carroccio l'assessore alla Casa Alan Rizzi, criticato dalla coordinatrice regionale azzurra Licia Ronzulli.
«Nella Lega mi sento a casa - ha detto ieri Rizzi -. Ho cercato in questi mesi di raccontare al mio partito, dove ho militato per quasi 30 anni, tutte le cose che stavo facendo soprattutto da quando ad agosto mi è stata data la delega all'Housing sociale, ma probabilmente non erano interessati, anzi qualcuno metteva i bastoni tra le ruote. Ho tanta esperienza e la metto a disposizione di chi è interessato». A chi gli chiede se abbia sentito Silvio Berlusconi risponde: «Purtroppo non lo sento da anni».
Meno di un mese alle Regionali. «Gli altri - insiste Salvini anche sul palco - hanno impostato la campagna su insulto e polemica. Ignoriamo gli insulti e parliamo di proposte. Fatti e sorrisi, lasciamoli litigare allo specchio. Chi sceglie la Lega e Fontana fa una scelta importante: la Lega è il partito dei sì, alle opere pubbliche, al lavoro, alla casa e alle assunzioni. Per i no scegliete Pd e M5S». La vittoria in Lombardia «ci sarà, e ci sarà a partire da Milano» è la sfida a un anno e mezzo di distanza dalla riconferma di Beppe Sala sindaco. «L'unico argomento che sento dalla sinistra è che bisogna cambiare perchè quei testoni dei lombardi da 28 anni vogliono farsi governare dal centrodestra. Appunto, non sono sciocchi ma pragmatici, auguro altri trent'anni di centrodestra in Lombardia». In sala ci sono assessori che non sono in lista ma in predicato per il bis in giunta come Stefano Bolognini, Guido Guidesi, Claudia Maria Terzi. Salvini giura davanti ai suoi che l'autonomia «sarà realtà entro il 2023», anzi «federalismo e presidenzialismo entro la fine dell'anno, perchè siamo persone che mantengono la parola».
Anticipa che nei prossimi giorni farà un incontro con tutti i sovrintendenti italiani perchè «alcune sovrintendenze lavorano bene ma altre sono popolati dai signori del no, e ne ho le scatole piene dei no». Questo, avverte, «vale anche per qualsiasi cosa si debba fare a Milano. Io guardo avanti al futuro e non possiamo continuare a perdere anni di tempo con la polemica sullo stadio. Ci sono società pronte a mettere un miliardo di euro e altri che dicono non si fa niente. Li mettono loro i milioni di euro per riqualificare il quartiere San Siro?». Messaggio diretto anche al sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che invece ha invocato il vincolo, anche se il ministro Sangiuliano ha chiarito che «non c'è vincolo sul Meazza e non può essere imposto dal ministero, quindi ora il sindaco Beppe Sala decida cosa fare» sul progetto del nuovo impianto di Milan e Inter.
A chi gli fa presente che in un sondaggio di Winpoll Letizia Moratti in campo con il Terzo Polo supera il candidato Pd-M5S Pierfrancesco Majorino Fontana risponde: «Per me l'importante è essere davanti, poi che al secondo posto ci sia la Moratti o Majorino sono cose che non mi riguardano».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.