Vivaisti siciliani per l’albero più alto d’Europa

E’ il simbolo natalizio più alto e grosso d’Europa, l’albero di Natale allestito in questi giorni in piazza Duomo sotto il fertile auspicio della luna piena. Quasi cinquanta metri di abete rosso - quarantasei per l’esattezza - che proviene da un bosco del Trentino Alto Adige. Ottenuto con due abeti, uno sopra l’altro, e montato da vivaisti arrivati appositamente dalla Sicilia, il «monolite» delle festività è stato consegnato dalla Guardia forestale con tanto di certificato, perché composto da due piante prese tra i poveri esemplari di abbattimento di un bosco malato. Ufficialmente, quindi, sono morte e, finito il Natale, torneranno in Trentino per essere legna da ardere, ma i vigili del fuoco impegnati nell’opera, venticinque agenti, non dubitano che, secondo il diktat ricevuto dall’amministrazine comunale, diventerà non solo il più grande ninnolo natalizio del vecchio Continente, ma anche il più bello. «Milan, l’è ’n gran Milan» si dice sotto le guglie del Duomo, e i milanesi si meritano la sua spettacolare magnificenza.
Le prime luci della punta si sono accese nello scorso fine settimana, in mezzo a un pubblico attento e curioso che non lesinava consigli durante il complicato montaggio, perché la composizione dell’albero è esattamente uguale a quella degli abeti finti: attorno al tronco corone con bocchettoni in cui i rami tagliati in precedenza vengono poi infilati in punti strategici e una grande gabbia di ferro in alto in grado di tenere fisso e dritto l’abete che funge da punta.
Gli aneddoti da questo punto di vista corrono in piazza, tanto che il coordinatore dei vigili del fuoco sostiene che è proprio la punta a stare particolarmente a cuore soprattutto alle signore, perché deve essere rigorosamente diritta, rigida, sostenuta come una delle guglie del Duomo, magari quella in cui campeggia proprio San Napoleone, voluto dal Bonaparte in ricordo del suo passaggio in una Milano che per lui fu anche una capitale d’amore.
A volte è proprio un passante che si ferma a consigliare quale dei rami stesi a terra debba essere usato in quella precisa posizione, perché alla fine il risultato offra un albero ricco, gonfio, bombato alla perfezione come tutte le cose che urgono in bellezza per la loro possanza e presenza. Le due gru si alzano e scendono in continuazione verso i vari livelli d’altezza, portando vicino al tronco i vivaisti, che si rifiutano da bravi siciliani di dire la città di provenienza, anche se qualche voce sussurra: «Da Sciacca, da Sciacca».
Ed è Alberto, uno degli attendenti alle macchine gialle che vanno su e giù, e su è giù senza fermarsi, a gridare: «Mi raccomando la punta! Che sia bella ferma, dura, fissa. Qui siamo nella città di Silvio Berlusconi.

Che qualcuno non osi affermare anche per l’albero: casca o non casca questa punta, un po’ come per il Governo che poi, visto che c’è un milanese a tenerlo, non casca mai».
Non cadrà l’albero del Duomo. Anche se è un abete di colore «rosso» assicurerà a tutti quanti, milanesi esigenti e turisti attenti a rimirare l’abete più alto d’Europa, un Natale con il record.

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