VeneziaNeanche con la sua Lambretta sarebbe andato così forte. Mark Cavendish, britannico d¹Italia, scopre nel nostro Paese lAmerica. Dopo la Sanremo, la maglia rosa, la prima di un inglese. «Se la sento mia? No, questa maglia rosa è di tutto il team, è di tutta la mia squadra. Se a Trieste sarò bravo a ripetermi, allora sì che questa maglia la sentirò a tutti gli effetti mia, ma adesso questa è di tutti». Un po tutto è anche Mark Cavedish, il baby prodigio del velocismo mondiale, nato allIsola di Man, ma residente in Italia, a Quarrata, in provincia di Pistoia. «Questa maglia rosa mi rende felice, perché vivo da voi, ho imparato a conoscervi e a volervi bene», dice. Parla in inglese, Mark, ma «maglia rosa» non lo traduce, questo è un marchio depositato nella storia del ciclismo mondiale. Gli chiedono: dopo la Sanremo è cambiato qualcosa? «Quella è stata una vittoria pesantissima, di quelle che ti cambiano la vita.
Per me è una delle corse più belle del mondo, forse per un corridore come me, seconda solo al mondiale. La maglia rosa? Una gioia immensa. Con questo simbolo sulle spalle, sono un po italiano anchio». Piccole consolazioni.Vive a Quarrata «Con la maglia mi sento un po italiano anchio»
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