"Vivo nell’incubo del mio film perso nel nulla"

Il regista Dario Argento è furioso con i produttori americani del suo "Giallo": bloccato senza ragione. "Quando li cerco al telefono si negano, non mi parlano più"

"Vivo nell’incubo del mio film perso nel nulla"

Roma - È ormai un mistero profondo il Giallo di Dario Argento. Sembra quasi che al regista romano, in una sorta d’ingiusto contrappasso, gli si stiano rivoltando contro i peggiori incubi evocati dai titoli dei tanti suoi film da Inferno a Tenebre a Trauma. È un inizio di nuovo anno da Profondo rosso per il nostro autore contemporaneo più studiato e amato all’estero (quando lo vai a trovare ti mostra l’ultima monografia uscita su di lui che neanche può leggere perché scritta, ad esempio, in giapponese) e da qualche tempo rivalutato criticamente anche in Italia. Neppure uno dei suoi sgangherati poliziotti (mai un carabiniere!) riuscirebbe a cavarne un ragno dal buco.

E sì che tutto era filato liscio. Forse troppo. Un paio di anni fa dopo l’ultimo suo film, La terza madre, hanno bussato alla porta alcuni produttori americani. Tanti soldi, libertà creativa e possibilità di girare nella sua amata Torino. Il film racconta del serial killer Giallo alle prese con il rapimento di donne bellissime che poi tortura e uccide in maniera efferata. Grandi attori, come non era mai successo prima a Dario Argento, dal premio Oscar Adrien Brody (nel ruolo di uno schivo ispettore di Polizia) insieme alla sua compagna e nuova rivelazione iberica Elsa Pataky, all’attuale lady Polanski Emmanuelle Seigner (le vittime designate). Mesi di riprese in Piemonte con l'ampio appoggio della Film Commission locale, altrettanti di montaggio a Los Angeles, un bel titolo, Giallo appunto, abbracci e baci da tutta la troupe... E poi il nulla. Il film giace pronto da più di un anno ma non è uscito in nessuna parte del mondo.

Caro Dario Argento, ma che cosa è successo?
«Non lo sa nessuno. La cosa strana è che anche il primo film italiano con un attore premio Oscar. È incredibile. Oltretutto chi l’ha visto l’ha molto apprezzato».

E chi l’ha visto?
«Mah, è stato mostrato al Festival di Edimburgo, dove non sono andato, e poi a quello di Pusan in Corea dove chi m’incontrava mi faceva i complimenti».

Poi a maggio l’hanno portato al mercato del Festival di Cannes per venderlo...
«Sì ma non l’hanno venduto, forse chiedevano troppi soldi».

Ma i produttori che cosa le dicono?
«Niente. Sono spariti. Non mi rispondono neanche più al telefono. C’è la segretaria che non me li passa».

Il motivo secondo lei?
«È che con la produzione alla fine c’è stato qualche litigio».

Ma durante le riprese non le hanno fatto mancare niente.
«Assolutamente no. Ci hanno messo parecchi soldi. Il film deve essere costato molto. E poi a Brody dovrebbero averlo pagato una cifra enorme... Però non so se glieli hanno già dati tutti i soldi. Forse anche questa è la ragione per cui c’è questo casino».

Com’è stato lavorare con vere e proprie star?
«Sono bravissimi, concentratissimi e niente affatto capricciosi come si dice. Sono rimasto molto colpito da loro, una lezione per tutti noi».

Qual è lo stato d’animo d’un regista che non si può confrontare con il suo pubblico?
«Tutta questa storia mi ha profondamente buttato giù. Anche perché è il primo film che faccio nella mia vita che poi non esce. Mi ha provocato una grossa inquietudine, una specie di depressione, perché ci ho messo tanto di me, ho girato nella mia città preferita, l'ho fatto bene con grandi mezzi e con effetti speciali bellissimi. Ora invece è un film perduto, ho perso un anno della mia vita. E poi la beffa...».

Sarebbe?
«A Los Angeles, alla fine della proiezione con tutti i produttori, inglesi e americani, erano così entusiasti che addirittura hanno iniziato a parlare di Giallo 2».

Un incubo.
«Vero e proprio. Tanto che continuo a ricevere proposte dagli Stati Uniti ma siccome sono psicologicamente provato non le accetto».

Speriamo bene per il remake di Suspiria che sarà girato dall’americano David Gordon Green.
«In passato avevo rifiutato di dare i diritti per altri miei film. Per Suspiria nella produzione c’è anche il nostro regista Luca Guadagnino che stimo. In questi giorni sto valutando un’offerta anche per L'uccello dalle piume di cristallo».

E come va il suo progetto del remake di Profondo rosso in 3D?
Purtroppo è naufragato. Lo doveva fare Medusa ma forse è stata frenata dai costi che però non mi sembravano eccessivi. Mi sarebbe piaciuto confrontarmi con il 3D, sarebbe stato il primo horror italiano da vedere con gli occhialini».

Una débâcle su tutta la linea?
«Purtroppo sì. Ho pensato addirittura di fermarmi per un anno.

Ma proprio in questi giorni mi sono detto che non è giusto, innanzitutto per i miei fan. Non è colpa loro. E a me piace lavorare. Così ho iniziato a scrivere un nuovo film. Per uscire da questo incubo».
Che, detto da Dario Argento, già mette i brividi...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica