«Vivo a Parigi ma qui la gente ti apre il cuore»

Cinzia Romani

«Roma ha un’anima ed è per tale motivo che mi sento profondamente legato a questa città», dice lo scrittore brasiliano Paulo Coelho, mentre i suoi giovani lettori affollano la Sala della Protomoteca.
Il celebre autore brasiliano, come sempre vestito di quel nero che gli dona, perché contrasta con una chioma bianca disciplinata ad arte, ieri è salito al Campidoglio per festeggiare i cinque milioni di libri venduti in Italia, Paese notoriamente poco propenso alla lettura. Ma bastava osservare che molti dei numerosi appassionati de «L’Alchimista», libro-manifesto di Coelho (65 milioni di copie vendute), avevano portato con sé «Lo Zahir», ultimo romanzo (bandito in Iran) del fortunato autore Bompiani, per capire quanto sia amato, da noi, l’artista carioca, ritenuto, a torto, un profeta della New Age.
Infatti, mentre il Papa Benedetto XVI sta mettendo sotto osservazione alcune sospette tendenze neo-spiritualiste, considerate pericolosamente «eclettiche», Coelho, che ha frequentato la Scuola dei Gesuiti di Rio, ha voluto prendere le distanze dalla cultura New Age. «Sono cattolico dal 1986, anno del mio primo cammino al santuario di Santiago de Compostela, né metto in discussione i dogmi del cattolicesimo. Tra l’altro, non so neanche che cosa sia la New Age e non penso assolutamente che i lettori cerchino, nei miei libri, ricette per vivere meglio», chiarisce l’autore, giunto nella Capitale per seguire, tra l’altro, le iniziative della Notte Bianca, su invito del sindaco Walter Veltroni. «Ci fa molto piacere che un grande scrittore come Paulo Coelho rimanga qui, a vivere la particolarità di questo evento», ha sottolineato il primo cittadino, annunciando che sabato notte l’autore, nato a Rio de Janeiro nel 1947, girerà per le vie del centro, senza avere una meta precisa. Di certo, seguirà l’estro di Elisabetta Sgarbi, editor di Casa Bompiani e sorella del critico d’arte Vittorio. La Sgarbi, infatti, che quando ha tempo gira curiosi film sperimentali, è stata la prima a credere in Coelho, tirando 50mila copie della prima edizione de «L’Alchimista», quando da noi, una decina d’anni fa, nessuno conosceva Paulo Coelho.
«Ho sempre guardato con attenzione alle iniziative del sindaco Veltroni, da quando ebbi modo di conoscerlo di persona, mentre entrambi aspettavamo di salire, come ospiti, sul palco del “Maurizio Costanzo Show”. Da quell’incontro sono passati dieci anni e oggi mi sento onorato di stare qui, tra voi», ha ringraziato Coelho, oramai di casa nella Città Eterna. Dove lo scrittore, per gran parte dell’anno di stanza a Parigi, entra assai facilmente in contatto con la gente, «sedendo nei bar, magari a chiacchierare per ore con degli sconosciuti, che sembrano amici di vecchia data, perché a Roma tutti mi appaiono disposti ad aprire il proprio cuore».
Nel corso del caloroso incontro, aperto al pubblico, il presidente dell’Associazione librai italiani, Rodrigo Dias, ha conferito un riconoscimento speciale allo scrittore, poi preso d’assalto dai cacciatori di autografi.


Finita la breve cerimonia, signore e signorine si sono fatte largo per ottenere chi una dedica, chi una semplice firma. C’è stato persino chi ha messo in mano allo scrittore un mazzo di girasoli portafortuna, mentre Luciano De Crescenzo osservava divertito la scena.

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