Le voci nuove tornano anche in radio

L’ultimo concorso «ufficiale» per voci nuove in radio risale a un’altra era radiofonica, roba degli anni Sessanta. Allora la televisione era in bianco e nero, la trasmissione era unica e, quando è arrivato il secondo canale, un quadratino lampeggiante in fondo allo schermo informava che stava per iniziare il programma in onda dall’altra parte. Insomma, era un altro mondo, non necessariamente peggiore di quello attuale, anzi. Soprattutto, era un mondo migliore dal punto di vista delle selezioni delle voci radiofoniche, affidata per l’appunto a un concorso.
Ma, anche senza andare alla ricerca del buon tempo andato evocando scenari bucolici e lontani, forse qualcosa sta nuovamente cambiando. E, almeno per quanto riguarda i concorsi radiofonici, torniamo al passato. In meglio.
Infatti, per la prima volta dagli anni Sessanta, una struttura Rai si interessa ai nuovi talenti radiofonici. Funziona così: torna La radio è di parola, il concorso promosso da Igor Righetti e sostenuto dal direttore di Radiouno Antonio Preziosi e dal numero uno di RadioRai Bruno Socillo per cercare voci nuove per la radio.
Ma, se le prime due edizioni sono state quasi un gioco, un divertissement con premi prestigiosi, ma senza compensi in denaro (la co-conduzione di una puntata dei programmi di punta della rete ammiraglia e una presenza sulle web radio dei siti Rai), stavolta la cosa si fa più spessa, perchè entra in gioco anche il direttore dei Nuovi Media e amministratore delegato di Rainet Piero Gaffuri, con la struttura per nuovi talenti in cui crede moltissimo il direttore generale Lorenza Lei.
Mica finita con le novità. Quest’anno fra i parametri per essere giudicati entra la creatività, quindi non solo la dizione, il timbro, il ritmo e la lingua.

L’iscrizione è gratuita e i file audio si devono mandare ai siti www.ilcomunicattivo.rai.it e www.nuovitalenti.rai.it.
L’anno scorso hanno partecipato anche otto ultrasettantenni. Che proprio giovani non sono. Voci nuove, però, sì.

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