«Voci a Sanremo», i doppiatori conquistano il palco dell’Ariston

La rassegna lascia Finale Ligure dopo dieci anni. Dal 19 luglio mostre e video, Insegno ospite d’onore

«Voci a Sanremo», i doppiatori conquistano il palco dell’Ariston

A Milano, assicura chi se ne intende, sono alla ricerca di «voci giovani» per doppiare le serie televisive. Un lavoro, quello di prestare la voce agli attori del cinema e della tv, «dove il mestiere conta più della scuola». L’occasione per conoscere e appassionarsi a quest’arte è il Festival nazionale del doppiaggio in programma dal 19 al 28 luglio a Sanremo. La manifestazione lascia dopo dieci edizioni Finale Ligure per il teatro Ariston. E sabato 28, alla consegna degli Anelli d’oro ai migliori doppiatori italiani, arriverà anche Pino Insegno, attore comico e soprattutto doppiatore.
«Pino, nostro ospite in una delle scorse edizioni e organizzatore di un festival del doppiaggio a Roma, sarà di nuovo con noi» raccontano Bruno Astori, direttore della rassegna, e Claudio Fava, il direttore artistico. Nelle giornate del festival si potrà visitare la mostra (dalle 17 alle 22, ingresso gratuito) intitolata «Voci e volti del doppiaggio italiano» che avrà come madrina l’attrice Cristina Boraschi, «voce» di Julia Roberts e Meg Ryan. «Si potranno vedere all’opera, attraverso i filmati, doppiatori famosi come Alberto Sordi, Giuseppe Rinaldi, Lauro e Nando Gazzolo - spiegano Astori e Fava-. Alle 17.30 proietteremo film che dimostrano il valore portato dal doppiaggio come “L’uomo da marciapiede” con la prima volta di Ferruccio Amendola che doppia Dustin Hoffmann o “L’avvocato del diavolo” con uno strepitoso Giancarlo Giannini a doppiare Al Pacino».
Venerdì 27 si potrà vedere «Harry Potter e l’ordine della Fenicia» alla presenza di alcuni doppiatori tra i quali Francesco Pannofino, voce di George Clooney e attore nella serie «Boris» in onda su Fox Tv. Alla serata finale di sabato 28 saranno consegnati gli Anelli d’oro («gli anelli di pellicola sono l’unità di misura del doppiaggio») ai migliori doppiatori e diappiatrici del cinema e della televisione italiana. E ci sarà anche un premio speciale, la targa Castellani, per il ligure che meglio si è distinto nel mondo della comunicazione e dello spettacolo. Quest’anno andrà alla genovese Laura Toscano, sceneggiatrice del «Maresciallo Rocca» e di «Commesse» e al savonese Pietro Galeotti, autore di «Quelli che il calcio» e «Che tempo che fa». Durante la serata (ingresso gratuito, per informazioni www.vociombra.com) sarà inoltre proiettato uno speciale sull’ultimo film di animazione della Pixel «Ratatuille» che uscirà a ottobre.
«Il trasloco a Sanremo per noi è stata una promozione - riprende Astori- Finale Ligure per motivi di bilancio ha deciso di non ospitarci più, si è trattato di una separazione consensuale».
Ma come fa un giovane di Genova o della Liguria a diventare doppiatore? «Le scuole di doppiaggio sono inutili - è il parere di Astori- Stiamo lavorando con il teatro Stabile di Genova perché chi studia recitazione possa, al terzo anno, approfondire il doppiaggio. Ci sono pochissimi talenti naturali, è un’arte che si affina col mestiere». «Il doppiatore si deve adattare alla velocità con cui l’attore pronuncia la battuta e alla lingua straniera - lo interrompe Fava- È un mestiere artigianale, se vogliamo umile, e non fortemente retribuito. Ma l’Italia ha una grande tradizione.

Ai ragazzi dico: iscrivetevi a qualche buona accademia di recitazione e poi andate a fare i provini per i doppiatori». Ma dove? «L’80 per cento del doppiaggio si fa a Roma, il 15 a Milano, il 5 a Torino, dove si doppiano le telenovela - conclude Astori- A Milano so che in questo momento c’è carenza di voci giovani per le serie tv».

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