La cultura del fare contro quella dellapparire. Il candidato sindaco di Forza Italia a Roma, Alfredo Antoniozzi, ieri a Palazzo Marino non ha esitato ad adottare la gestione Albertini come un modello da esportare anche nella capitale, se riuscirà a vincere la battaglia per il Campidoglio. «Tra il pifferaio magico Walter Veltroni, tutto feste e concerti - ha affermato Antoniozzi -, e un sindaco vero che ha la cultura del fare e del realizzare, ovviamente ho scelto Albertini. Mi sono permesso di chiedergli se ci presterà le proprie capacità e la collaborazione anche a Roma quando non sarà più sindaco: la managerialità con cui ha saputo gestire Milano in questi lunghi anni ci aiuterebbe a compiere quel salto di qualità che i romani attendono».
Lincontro tra Albertini e il candidato di Fi, che sono anche colleghi al parlamento europeo, ha offerto al sindaco loccasione per riepilogare alcuni dei risultati conseguiti in quasi nove anni di amministrazione: «Ad Antoniozzi - ha riferito Albertini - ho spiegato come abbiamo fatto per non applicare laddizionale Irpef, gli ho detto che lIci molto più basso di Roma, abbiamo fatto ventisette volte le opere pubbliche di quante ne ha realizzate nel doppio del tempo chi ci ha preceduto, abbiamo messo in attivo tutte le aziende partecipate o controllate dal Comune, mentre Roma per la metropolitana ha un passivo di circa 196 milioni di euro, nonostante il biglietto di viaggio ad un euro». Albertini aggiunge i «tre depuratori che la città aspettava da trentanni un termovalorizzatore che spegne le caldaie di quattordicimila appartamenti, quattro stazioni della metropolitana». Si tratta insomma, conclude, «di una fabbrichetta che funziona abbastanza bene, e senza gravare sulla fiscalità. È quanto possiamo offrire come esperienza, una buona amministrazione».
«Abbiamo avuto la conferma - ha sostenuto Antoniozzi, accompagnato a Palazzo Marino dalla coordinatrice regionale di Fi nel Lazio, Beatrice Lorenzin e dal responsabile della campagna elettorale per il Lazio, Giorgio Simeoni - di quanto siano distanti i nove anni di buon governo cittadino a Milano con il centrodestra, dalle gestioni romane prima di Rutelli e poi di Veltroni caratterizzate invece dalla politica dei fronzoli, delleffimero e delle inaugurazioni fini a se stesse».
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