Da «Vogue» alle passerelle Così nasce una top model

I nuovi volti lanciati dalle riviste di moda e dalla pubblicità sfilano al posto di Naomi Campbell e Kate Moss

Fabrizio Apostolo

Le ragazze immagine affilano il make up e si preparano a conquistare l'immaginario dei milanesi. Rimbalzando dalla carta dei magazine alle passerelle, per molti anch'esse paradisi da intravedere soltanto attraverso il filtro dei media modaioli. L'ultima tendenza, dice il tam tam delle sfilate, è proprio questa: le modelle del 2006, top o emergenti che siano, prima passano dall'editoria specializzata (Vogue e dintorni), che le rivela e le impone per lo più sotto forma di campagne pubblicitarie. Quindi entrano in scena. Uno dei casi più recenti: quello della namibiana Behati Prinsloo, della scuderia D'Management, scoperta da Vogue Inghilterra l'anno scorso e debuttante per Prada a New York. Non appena i giochi milanesi si faranno duri e scoccherà l'ora dei big, lei, richiestissima, non deluderà. Anche perché, il fashion system l'ha già ribattezzata «la nuova Kate Moss», che a Milano in carne e ossa non ci sarà ma che tutti aspettano, quasi fosse Godot. Kate la sfuggente, d'altronde, della moda è icona più che mai, quindi pur non essendoci, c'è. Sulle copertine, per esempio, di Vogue France della solita Vogue d'oltremanica, capolavori di perfezione patinata forse con un unico neo: non poterne riprodurre il particolarissimo accento da cattiva ragazza dell'East End londinese.
Sul fronte delle top, non ci sarà nemmeno Naomi, in Brasile con gli U2, sebbene il suo nome ammicchi con quello di Eva Erzigova, che invece sarà presente, sull'invito di Pinko per la presentazione della collezione in programma stasera. Nei prossimi giorni, comunque, sotto la Madonnina le modelle di prima classe non mancheranno: da Daria Werebowy, nata nel 1983, canadese figlia di ucraini, dal 2003 (campagna Prada) nel gotha delle dive, a Carmen Kass, fuoriclasse dell'agenzia Brave, fino all'italiana Maria Grazia Boscono, sempre più sulle vette del fashion system, come provano la sua recente promessa di nozze con il figlio della direttrice del Vogue parigino e un new look che ha già colpito nel segno. Lei, mora per antonomasia tanto da aver incarnato una mitica Olivia in una sfilata di Moschino, stavolta si è fatta bionda.
In odore di definitiva consacrazione, come se non bastassero le campagne di Missoni, Anna Molinari, Dolce & Gabbana e Roberto Cavalli, c'è poi la ventunenne Bianca Balti, che gioca (sempre per Brave) in casa: lodigiana purosangue, fu scoperta da un talent scout mentre faceva la promoter di prodotti in un supermercato della sua città. Ma tra le ragazze immortalate da Cavalli c'è anche un'altra outsider di lusso da tener d'occhio: si chiama Hye Park (scuderia Why Not), arriva dall'Asia più estrema (la Corea), e strizza l'occhio a quell'oriente che con la moda nostrana è sempre più intrecciato. Altri nomi di emergenti da non dimenticare, infine, sono quelli di Britni Stanwood, Ekaterina Kashyntseva, la riminese Chiara Baschetti, Claudia Meier, che sfilerà per D&G, e la bionda paulista Raquel Zimmermann, che ama cucinare la fejoada ed è appassionata di arte italiana.
Tutto il resto è casting.

Di quelli duri, affollati, con le ragazze che si presentano truccate alla meglio e le stylist, pazienti, che sorridono e dicono no, tieni l'ovatta che per la foto devi essere acqua e sapone. Tra loro, ci saranno le top o le emergenti di domani. Ragazze che sognano di vivere di immagine per conquistare, un giorno, l'immaginario dei milanesi.

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