«Vorrei ballare e far tardi Invece mi tocca tuffarmi»

La giovane azzurra è già alla sua terza Olimpiade: «Cosa non sopporto? Gli orari e la dieta. In compenso ho potuto girare il mondo »

Deve esserci qualcosa di magico nelle montagne dell'Alto Adige: qualcosa che rende le atlete di quelle zone vincenti, ma soprattutto dotate di un sorriso contagioso, capace di illuminare un'intera penisola quando salgono sul podio vestite d'azzurro. Tania Cagnotto è una delle massime esponenti del partito del sorriso altoatesino, insieme a Denise Karbon e Carolina Kostner: la «erre» incerta e la pacatezza nel parlare faranno breccia anche a Pechino, dove Tania, a soli 23 anni, disputerà la sua terza Olimpiade. Figlia d'arte, la Cagnotto a Pechino parteciperà a due gare: il trampolino 3 metri (il 15 agosto la prima fase) e la piattaforma 10 metri (dal 20 agosto).
Tania, a che punto è con la preparazione?
«Sto bene, sia fisicamente che di testa: ormai siamo alla fine, e conto i giorni che mi separano dal primo tuffo a Pechino. Sto ultimando il lavoro a Trieste, dove c’è il centro federale, quindi partirò per la Cina dove avrò quasi 20 giorni per ambientarmi».
Due appuntamenti importanti l'anno, ma uno importantissimo una sola volta ogni quattro anni. Come si fa a stare concentrati?
«Da un lato non hai distrazioni, dall'altro non puoi sbagliare. È inevitabile sentire addosso della pressione, l'importante è non subirla troppo».
A proposito di pressione: la cinese Guo Jing Jing non perde una gara dai 3 metri dal 2001 e gioca in casa...
«Io non riesco a vedere come avversarie lei e l'altra cinese Wu Min Xie: sono molto più brave di me, se non sbagliano è impossibile che io finisca davanti. Io vado per conquistare il bronzo».
Se non sbagliano, appunto...
«Sono sportiva e non auguro a nessuno di sbagliare, però una cosa è certa: non vorrei essere al loro posto. Giocarsi in casa da eroi nazionali un'Olimpiade non deve essere certo semplice».
Suo papà di medaglie se ne intende: la sta aiutando a prepararsi dal punto di vista psicologico?
«Mi dice solo di stare tranquilla, che è un gioco. Ha ragione, ma come si fa a non pensarci?».
Lei è alla terza Olimpiade a soli 23 anni: sono questi i Giochi della maturità?
«A Sydney ero una bambina e già esserci era stupendo. Ad Atene l'obiettivo era la finale, e l'ho raggiunta. Adesso è diverso: sono cresciuta, soprattutto in testa».
Ed è anche conosciuta dal grande pubblico per merito di una pubblicità. Le fa piacere?
«Fa piacere essere riconosciuti, specie dopo la fatica che ho fatto per girare quello spot: chiusi in un teatro a provare per 18 ore di fila, dalle 8 di mattina alle 2 del giorno dopo».
La celebrità però non le ha dato alla testa: è fidanzata con un collega (il tuffatore azzurro Francesco Dell'Uomo), ma riesce a tenere la sua sfera privata lontana dai riflettori, al contrario dell'altra coppia nata in piscina tra i nuotatori Marin e Pellegrini. Come fa?
«Molti dicono che sono una persona chiusa e per questo ci riesco. Non è assolutamente vero, sono estroversa e solare, ma voglio essere famosa per i miei risultati dal trampolino, non perché sono quella che racconta i fatti suoi a tutto il mondo. Riguardo a Pellegrini-Marin, credo sia semplicemente una questione di cultura diversa. La loro storia fa bene al nuoto perché porta sponsor e immagine: magari hanno ragione loro, io però la vedo in maniera opposta».
Ha passato l'adolescenza in piscina: le manca qualcosa rispetto ai suoi coetanei?
«Gli unici aspetti negativi sono gli orari e la dieta: ogni tanto mi piacerebbe tirar tardi a ballare o mangiare quello che voglio io. In compenso, rispetto agli altri, ho viaggiato tantissimo e vissuto un anno negli Stati Uniti».
Di cosa ha paura una ragazza che si lancia da quando è bambina dalla piattaforma dei 10 metri?
«In piscina, di farmi male, perché ci sono dei tuffi che fanno veramente spavento. Fuori, sembrerà banale, di perdere le persone care».


Con chi vorrebbe scattare una fotografia a Pechino?
«Una foto con il mio fidanzato. Però tiferò per tutti gli azzurri, specialmente per Vanessa Ferrari e Antonio Rossi, che vorrei conoscere per scoprire il segreto della sua longevità».

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