Voti notturni e rappresaglie: affonda l’ultima isola del Pd

NUMERO LEGALE Le doppie convocazioni del Consiglio si moltiplicano: e con esse i gettoni di presenza

Chi pensava che le divisioni del centro sinistra potessero far traballare solo i governi dovrà ricredersi. Scontri e incomprensioni si proiettano anche in piccole realtà e avvelenano il lavoro degli amministratori locali.
È il caso della maggioranza del Consiglio di zona 9, l’unica in città ad essere guidata da una coalizione di centrosinistra. È il Pd che da tre anni porta avanti le attività del Consiglio avvalendosi del sostegno dei Verdi e di altri cinque partiti: Radicali, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani per la Sinistra, Lista Dario Fo e Italia dei Valori, una maggioranza che fin dall’insediamento ha dato segni di instabilità.
Il parlamentino di zona 9 ha via via perso compattezza tanto che in soli due anni le sedute di Consiglio chiuse per mancanza del numero legale, ovvero per assenza dei consiglieri che garantiscono la maggioranza, sono state 20. Un numero che è spia del malessere che caratterizza anche in questo caso i rapporti del Partito Democratico con le frange più estreme della sinistra. Divergenze che hanno portato il presidente del Consiglio di zona, Beatrice Uguccioni, circa due mesi fa, a destituire dall’incarico di vicepresidente Gianfranco Tucci, di Rifondazione Comunista: «Il programma politico con cui siamo stati eletti - dichiara Tucci - non è stato rispettato, soprattutto i piani relativi allo sviluppo urbanistico della zona. Abbiamo più volte richiesto che il Pd proseguisse i lavori nel rispetto di quanto stabilito con gli alleati ma per tutta risposta io sono stato accusato di ostruzionismo e destituito dal mio incarico. Del problema se ne stanno occupando adesso i settori provinciali del partito». Da allora il Consiglio ha proseguito i propri lavori senza la nomina di un nuovo vicepresidente in un clima politico sempre più arroventato.
Gli esponenti dei cinque partiti di sinistra che garantiscono con sette consiglieri la maggioranza di 21 al gruppo che guida la circoscrizione di zona, hanno scelto la via dell’ammutinamento, bloccando in molti casi i lavori del parlamentino. Basti pensare che negli ultimi 2 mesi ci sono state sette sedute di consiglio chiamate in seconda convocazione e una addirittura in terza, quasi tutte chiuse senza che gli ordini del giorno venissero completati.
Non solo. Boicottata dai partiti di sinistra la maggioranza è affondata molte volte sotto i colpi dell’opposizione. «Sono state bocciate venti iniziative estive che interessavano vari quartieri della zona - attacca Roberto Clerici capogruppo del Pdl - senza il sostegno degli altri partiti il Pd non ha la forza di portare avanti iniziative o affrontare i problemi».
A farne le spese come al solito i cittadini che, non solo devono attendere tempi biblici perché i disagi o i problemi posti all’attenzione degli amministratori locali possano essere almeno solo discussi, ma si vedono scippare iniziative di carattere sociale. «Per la prima volta non è stata approvata un’iniziativa storica della zona, “La bella estate” - dichiara Maurizio Mucciarelli, capogruppo della Lega Nord - la maggioranza non è riuscita ad avere i numeri per approvarla». Senza contare che per le doppie o le triple convocazioni del Consiglio, fatte in extremis per ottenere almeno la maggioranza risicata di 11 consiglieri, raddoppia anche la voce di spesa relativa ai gettoni presenza dei consiglieri.

«Non si può continuare così - prosegue Clerici - o c’è un rimpasto della maggioranza o i consiglieri dovranno dimettersi». Dal canto suo il presidente Beatrice Uguccioni minimizza: «Sono incomprensioni che possono verificarsi - dice - nulla di grave e irrisolvibile».

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