Un voto per cambiare, Podestà parte in vantaggio

Si ritorna alle urne. Ma tra Guido Podestà e Filippo Penati c’è una differenza che pesa: il dieci per cento di consensi che il candidato Pdl e Lega ha raccolto nel primo turno. Dieci per cento che si traduce in 162.336 schede. Vantaggio che preoccupa non poco l’inquilino uscente di Palazzo Isimbardi. Nel 2004 al primo turno tra Ombretta Colli e Filippo Penati ci fu una differenza di cinque punti a favore di Penati con un’affluenza ai seggi pari al 73,4 per cento, mentre al ballottaggio con il 52,3 per cento di votanti Penati perse appena 20.733 voti rispetto al primo turno.
Statistica che per la sfida Podestà-Penati si può così tradurre: l’aver incassato il sì della base del Carroccio - qualcosa come 218mila consensi - nella matematica elettorale mette Podestà quasi in sicurezza, anche perché nonostante Tabacci sostenga Penati ben difficilmente i 59mila voti dell’Udc seguirebbero l’indicazione del parlamentare da sempre antiberlusconiano. Certo, la vittoria di Penati blinderebbe invece il parlamentino provinciale e, quindi, darebbe seggi in più a Pd, Italia dei valori, verdi e sinistra radicale. E, perché no, consentirebbe alla Lista Penati di poter avere almeno due seggi e non lasciare così in mezzo alla strada la candidata Benedetta Tobagi. Dettagli comunque non da poco per il futuro governo della Provincia: con la maggioranza in mano a Penati e alla sua sinistra i milanesi si ritroverebbero nuovamente bloccati nello sviluppo e nel benessere.
D’altra parte però, Penati, non ha più appeal per quei settori della sinistra che, parola di Luca Guerra (Comunisti italiani), dall’esperienza amministrativa di cinque anni con l’ex sindaco della Stalingrado d’Italia sono usciti con una certezza, «Penati è un cattivo amministratore. Non conosce le regole della democrazia. E con lui si fa solo del male alla Provincia di Milano». Come dire: meglio dare una svolta, mandare a casa Penati e cambiare il governo del civico 1 di via Vivaio. Occasione possibile con Guido Podestà che ai milanesi offre la garanzia di cinque anni all’insegna della salvaguardia dell’ambiente, della sicurezza per la tutela fisica e patrimoniale, della valorizzazione della formazione professionale e di maggiori investimenti a sostegno dell’economia reale.
Ma c’è di più: «Ci assumeremo la responsabilità di governare la Provincia di Milano in piena libertà, senza lacci e lacciuoli, impegnandoci ad eliminare quanto c’è di negativo a partire dalla pressione fiscale». Impegno firmato da Silvio Berlusconi e sottoscritto da Guido Podestà. Garanzia per la Provincia che verrà e che deve, oggi e domani, tornare alle urne.

E, senza forse, occorre raccogliere il suggerimento dato da Silvio Berlusconi: «Telefonate a vostri conoscenti e amici e dite loro che domani e lunedì bisogna andare a votare al ballottaggio per il nostro presidente della Provincia. In questo modo coglieremo altri risultati dopo la vittoria di domenica scorsa».

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