da Teheran
Lelettorato iraniano sembra voltare le spalle agli integralisti nel primo test da quando il presidente Mahmud è stato eletto nel 2005. I primi risultati disponibili, ancora molto parziali, delle elezioni di venerdì in Iran mostrano gli ultraconservatori di Ahmadinejad in difficoltà, mentre sarebbero in ripresa i riformisti e i conservatori pragmatici dellex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, che si sono alleati per fermare lavanzata fondamentalista.
Secondo lagenzia Fars, nella capitale Teheran, quando sono state scrutinate il 21 per cento delle schede, Rafsanjani è in testa nel voto per lAssemblea degli Esperti, lorganismo che deve nominare la Guida suprema del Paese (che attualmente è layatollah Ali Khamenei, successore del fondatore della Repubblica islamica Ruhollah Khomeini) in caso di decesso o di impedimento. Mentre layatollah ultraconservatore Mohammad Taqi Mesbah-Yazdi, considerato il mentore di Ahmadinejad, si situa per ora soltanto al sesto posto: una posizione che, se confermata, gli consentirebbe comunque di far parte dellAssemblea. Nella capitale, infatti, vengono eletti 32 membri di questo organismo. In totale, in tutto lIran, devono essere elette 86 personalità.
Mesbah-Yazdi sembra aver subito unaltra sconfitta molto significativa in unaltra città-simbolo, Qom, un centro religioso che nellIran islamico ha un valore particolare: non si può dimenticare che Mesbah-Yazdi è noto per aver ripetuto che in Iran «lautorità viene da Dio e non dal voto popolare». Ma perfino a Qom non sembrano essere daccordo con lui.
Sempre secondo lagenzia Fars, la partecipazione al voto sarebbe vicina al 60 per cento, sensibilmente più alta dunque del 46 per cento dellultima elezione dellassemblea, otto anni fa. Negli ultimi anni a un aumento dellaffluenza alle urne è sempre corrisposto un avanzamento di riformisti e moderati. Ma la stampa legata al regime preferisce sostenere che laumento degli elettori ai seggi rappresenterebbe «un colpo ai nemici dellIran».
Va ricordato che venerdì in tutto lIran si è votato anche per eleggere le amministrazioni locali: nel 2003 i sostenitori di Ahmadinejad stravinsero a Teheran, conquistando 14 dei 15 seggi del consiglio cittadino. I risultati completi per le elezioni comunali si dovrebbero avere non prima di oggi. Ma già ora la Fars fornisce quello che presenta come il risultato finale a Isfahan, seconda città per importanza nel Paese. Qui la lista dei candidati vicini ad Ahmadinejad avrebbe ottenuto solo 2 seggi su un totale di 13, i riformisti 4 e i conservatori tradizionalisti 7. Un risultato umiliante che rappresenta un campanello dallarme e una sorta di sconfessione popolare per il presidente fondamentalista.
Si è appreso intanto che gli studenti del politecnico «Amir Kabir» di Teheran, che martedì scorso avevano duramente contestato Ahmadinejad mentre interveniva alluniversità, hanno rifiutato di incontrarlo presso il suo ufficio, come il presidente aveva offerto. Erano stati gli stessi studenti, che martedì avevano bruciato fotografie di Ahmadinejad e gridato slogan come «Morte al dittatore» e «Libertà, libertà», a chiedere allufficio di Ahmadinejad un incontro privato con lui. La risposta positiva è arrivata, ma quando i ragazzi hanno saputo che allincontro erano stati invitati anche «altri studenti» (evidentemente sostenitori di Ahmadinejad) hanno deciso di rifiutare e hanno scritto una lettera al presidente per motivare il loro «no».
Una rappresentante dellAssociazione islamica degli studenti (di ispirazione riformista) ha ricordato che durante lassemblea di martedì scorso con Ahmadinejad «era stata data la parola solo a coloro che erano favorevoli al suo governo o a rappresentanti di altre università, ma a nessun rappresentante di gruppi dellopposizione alla sua politica».