Si allontana l’ipotesi elezioni anticipate, si avvicina quella di un governo tecnico, magari a guida Monti, professore esimio della Bocconi, amico di Prodi, delle grandi banche e dei poteri forti, il quale ieri, guarda caso, è stato nominato senatore a vita da Giorgio Napolitano. Non è quello che sperava Silvio Berlusconi, ma il premier uscente non alzerà barricate per impedire una simile soluzione. Ieri è stato il giorno delle grandi accelerazioni: dello spread, della caduta della Borsa, della legge anti crisi (sarà approvata entro domenica), del panico tra le fila della politica tutta (maggioranza e opposizione).
I prossimi giorni,in un modo o nell’altro, saranno quelli della svolta. E che svolta. O subito nuovo governo o elezioni, ha sentenziato Napolitano. E l’unico governo possibile in tempi stretti è un esecutivo di tecnici sostenuto da Pdl, Terzo Polo e Pd. La Lega si è già chiamata fuori, starà all’opposizione, probabilmente in compagnia di Di Pietro. In punta di forma, Mario Monti non è più un tecnico ma, in quanto senatore a vita, un politico. La sostanza però non cambia, si sta pensando a un esecutivo neutrale non volendo Berlusconi in alcun modo accettare di stringere un patto politico con la sinistra per un governo di larghe intese.
Così come sembra impercorribile l’ipotesi di mantenere l’attuale maggioranza con il solo cambio del premier ( Alfano al posto di Berlusconi) e allargamento all’Udc (non ci stanno Casini né Bossi). Ma soprattutto né un centrodestra allargato, né un centrosinistra rafforzato dai traditori vogliono prendersi da soli la paternità delle misure feroci che andranno adottate nelle prossime settimane per risanare i conti. Si parla di almeno 14 miliardi di tagli all’assistenza e altrettanti (se non di più) agli sgravi fiscali.
I giochi comunque sono ancora aperti, anche se la strada sembra segnata. Berlusconi (che preferirebbe andare al voto) è assediato dai suoi colonnelli che lo implorano di non mandarli tutti a casa perché per chiunque, con l’aria che tira,le elezioni sono un salto nel buio.
Bersani è tentato di benedire Monti ma ha un problema opposto: digerire e fare digerire ai suoi (la Cgil, Vendola ma non soltanto) sacrifici incompatibili con la posizione del partito e degli elettori. Tutto dipende da come i due nodi saranno sciolti e se all’ultimo non spunterà fuori l’Azzeccagarbugli di turno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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