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«Voto, siamo una Ferrari che in città frena»

«La mia Lombardia è come la Ferrari dei tempi d’oro, quella dei sette titoli mondiali consecutivi. Non avrei accettato la candidatura in nessuna altra Regione». Peccato che a Milano città i sondaggi del Pirellone dicano che il bolide rosso abbia il freno a mano tirato. Campagna elettorale ieri al teatro Dal Verme per il candidato governatore Roberto Formigoni. Corre per la quarta volta, ma con la grinta della prima. Via la barba, capelli argentei e 18 chili in meno. «Per essere più scattante. La dieta? Me la sono fatta io, digiuno e mangiare solo certe cose. Ma sono in forma, alla prossima Stramilano faccio il mio record». E non solo lì, vista la promessa di portare «tonnellate di voti al presidente Silvio Berlusconi». Che interviene con un video messaggio in cui parla di «test nazionale, scelta di campo, la forza del fare contro quella delle chiacchiere». E chiama ancora una volta a raccolta «tutti gli italiani che amano la libertà». Silvio, Silvio. L’entusiasmo è quello di ogni volta che si va a votare, anche se qualche sedia rimane vuota. In prima fila l’ex sindaco Gabriele Albertini e il nuovo Letizia Moratti, quelli del listino (compresa l’attesissima Nicole Minetti) e l’eurodeputata Licia Ronzulli in corsa per diventare coordinatore lombardo. Alla Moratti nessuno dà la parola, e lei se ne ha piuttosto a male. Anche perché Formigoni la pizzica senza pensarci troppo su. I sondaggi, assicura, parlano di un vantaggio su Filippo Penati di «oltre 20 punti». Tranquillizzante. «Io sono al 55 per cento, gli altri a 32-33». Arrochisce la voce nel microfono. Perché il problema sono «zone in cui il Pdl ha il respiro corto». E nessuno penserebbe a Milano. E, invece, è così. Dopo le bordate in settimana alla Moratti sullo smog, ora arriva anche quella sul flop dei voti. «Qui il vantaggio è la metà. In alcune città vinco di trenta punti, la media è venti e a Milano siamo sotto i dieci». Un trend, assicura, già visto in politiche, europee, provinciali. Per questo, aggiunge Formigoni, «presenterò quattro progetti per parlare al cuore di quei cittadini che già alle elezioni politiche e alle europee ci segnalano una criticità». Il sindaco «commissariato» impallidisce. Replicherà da casa, portando altre cifre. «Progetti per Milano? Formigoni non me ne ha mai parlato. Ma in città i sondaggi che ho fatto fare tre settimane fa dicono che il Pdl e la Lista Moratti che si scioglierà insieme alla Lega sono a più del 55 per cento». Giusto, per il coordinatore del Pdl Guido Podestà, «fare uno sforzo maggiore su Milano». Parole non troppo incoraggianti per la Moratti, la cui campagna elettorale per il 2011 dovrebbe cominciare immediatamente dopo le regionali. E il cui nome in molti cominciano a sostituire con quello di Paolo Del Debbio, ideologo di fiducia di Berlusconi e ottimo assessore nella giunta Albertini. Formigoni, dal palco, parla di lavoro, famiglia e quoziente familiare, taglio delle tasse, sicurezza da coniugare con l’integrazione, lotta a qualsiasi clandestinità, meritocrazia, eccellenza nella sanità, scuola. Ad appoggiare al sua candidatura il ministro Ignazio la Russa che lo ringrazia per aver «spazzato via la presunta superiorità morale e amministrativa delle regioni rosse». Oggi «questa è la sanità migliore», come ricorda anche l’eurodeputato e coordinatore della campagna elettorale Mario Mauro («I numeri della Lombardia sono i migliori d’Europa»). E la crisi? «C’è ed è dura - ripete Formigoni - Ma noi l’abbiamo affrontata con mezzi adeguati e ne stiamo uscendo meglio di altre nazioni e regioni europee». Poi scherza, spiegando che il punto «non è battere il mio record mondiale di 28 comizi in un giorno» ma «di ascoltare la gente, capire le esigenze, rispondere ai bisogni».

E la Ferrari col freno? «La Lombardia è una stella straordinaria dove tutto è possibile. Dove il fisco è il più basso d’Italia. Dove il potere del merito ci salverà dalla tirannia della mediocrità. E il figlio dell’operaio non è costretto a fare l’operaio».

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