Roma

«Vu’ cumprà» all’ultima spiaggia

Niente relax per i bagnanti: in mezz’ora tartassati dal passaggio di ben 26 ambulanti

«Vu’ cumprà» all’ultima spiaggia

Valeria Arnaldi

Borse, bandane, teli, costumi da bagno. È un vero e proprio mercato ambulante quello che, ogni giorno, si mette in moto sulle spiagge del litorale laziale. Di tutte le età e le provenienze, i venditori abusivi sin dalle prime ore del mattino, tentano di vendere la loro merce ai bagnanti, percorrendo chilometri di spiaggia e fermandosi in ogni stabilimento. Siamo andati a verificare la situazione a Fregene, in un giorno feriale. Prendiamo un lettino a mezzogiorno e aspettiamo. Dopo un solo minuto, ecco passare il primo venditore, con una vasta selezione di bandane e infradito, da 10 a 30 euro. Attira l’attenzione, snocciolando ad alta voce, prodotto dopo prodotto, tutto il suo campionario. È alle nostre spalle, quando arriva il secondo, che propone teli da mare, di cotone a 15 euro, e di un tessuto non ben specificato, che garantisce «più pesante», a 20. Subito dopo, è il turno di un venditore di cd pirata, con lo stereo a tutto volume. Inutile disperarsi se non si trova il titolo desiderato. Ecco, infatti, arrivarne un altro, con lo zaino in spalla pieno di cd, dvd e videogiochi a 5 euro l’uno. Bagaglio «prezioso» per il venditore successivo che, in una valigetta di legno, mostra orecchini, bracciali e catenine. Non potevano mancare i costumi da bagno, appesi in uno stand portato a spalla e «piantato» in terra in ogni stabilimento. Nei primi sette minuti di permanenza in spiaggia, sono già passati sei venditori ambulanti. Ed è solo l’inizio. L’orario più «caldo» per le vendite è quello dalle 13 alle 14, poi segue una pausa dedicata al pranzo, e il viavai riprende micidiale alle 16 e fino al tramonto. Nella mezz’ora successiva al nostro arrivo, passano il «bar» su ruote per le grattachecche, il venditore di cocco, un ragazzo con una scatola piena di orologi di marca, e ancora venditori di occhiali griffati, falsi e veri, borse, pantaloni da uomo e da donna. Di tutto un po’, per soddisfare ogni esigenza ed ogni tasca. I prezzi variano, infatti, da 5 euro dei cd a 150 di borse e trousse da viaggio, passando per i pantaloni trasparenti in voile colorato, a 65 euro. In 30 minuti, abbiamo contato 26 ambulanti, a fronte di soli 10 bagnanti. Una tortura. In media, quindi, ogni persona ha più di 2 venditori a sua disposizione. Inutile cercare di difendersi dalle offerte, veri e propri «assalti». Il vecchio trucco di chiudere gli occhi e fingersi addormentati non serve a nulla: gli ambulanti, infatti, unendo l’utile - richiamare l’attenzione - al dilettevole - un po’ di riposo - «scaricano» la merce portata in spalla direttamente sul lettino del potenziale cliente e, spesso, sulle sue gambe. Altrettanto inutile, fingersi impegnati in una conversazione telefonica: la richiesta insistente ed a voce sostenuta vi impedirà di sentire il vostro interlocutore. Chi vuole farsi notare, usa tutti i trucchi: dalla pistola spara-bolle di sapone, un ottimo richiamo se utilizzata ad altezza lettino, al mini-megafono, vera novità dell’estate, che aiuta i venditori con poca voce. Lo scenario non è diverso se si cambia spiaggia. A Maccarese, gli ambulanti sono gli stessi. Uguale anche la merce, con l’aggiunta, però, di massaggiatrici e venditori di tatuaggi all’hennè. «Da quando sono qui - spiega Susanna Gatti, 35 anni, a Fregene - hanno tentato di vendermi di tutto. Ero venuta per concedermi un po’ di relax, ma torno a casa più stressata di prima». «Una volta era divertente fare un acquisto in spiaggia, - dice Gloria Scarinci, 43 anni, a Maccarese -. Tra un tuffo e l’altro, ho comprato diversi pareo e costumi, era una sorta di gioco, ma adesso, per vedere il mare, devo guardare tra un borsone ed uno stand». Maccarese vanta anche un altro primato: la giovane età dei venditori. Qui, infatti, si trovano alcuni adolescenti di 15/16 anni, più determinati degli adulti nel «non mollare la presa». «Ho provato un paio di pantaloni - dice Sonia Parboni, 32 -. Volevo comprare una cosa, perché mi dispiaceva che un ragazzino di quell’età fosse costretto a lavorare. Voleva 70 euro. Ho rifiutato ed è rimasto intorno al mio lettino per 20 minuti. Per liberarmene, sono scappata al bar. Se per riposarmi devo faticare così tanto, allora preferisco restare in città». È una vera e propria rivolta quella dei bagnanti, ma non c’è nulla da fare: la spiaggia è di tutti ed i controlli contro gli abusivi, qui, non vengono effettuati se non in casi sporadici e dietro specifiche denunce. Ed era solo un giorno feriale.

Nel weekend gli ambulanti non si riescono a contare.

Commenti