Vu’ cumprà si fa il suo catalogo Postalmarket

Una macchina fotografica digitale con ampio visore, contenente nella memoria un vero e proprio campionario del falso griffato: scarpe, borse, cinture e abbigliamento in genere. Un catalogo multimediale per le ordinazioni, nuova frontiera tecnologica per i «vu’ cumprà», studiata per evitare i rischi di sequestro e distruzione della merce, come previsto dalle nuove norme in materia di sicurezza. Che tuttavia non ha evitato all’immigrato confisca, arresto e condanna.
La novità ha colto di sorpresa anche gli agenti della Polizia locale di Rho, intervenuti in via Meda, dove hanno individuato i soliti venditori abusivi, dotati tuttavia di poca merce. Gli immigrati alla vista del personale in divisa se la sono data a gambe precipitosamente, senza dover trascinare come avveniva un tempo, sacchi zeppi di accessori e capi di abbigliamento.
Alla fine nel parapiglia generale uno di loro, evidentemente il meno svelto della compagnia, è stato bloccato. Con sé, materialmente, poca roba: alcuni pacchi di dvd pirata, molti dei quali a carattere pornografico. Il grosso delle merce che intendeva vendere si trovava infatti nella tasca del suo giaccone, sotto forma di macchina fotografica digitale. Nella card memory c’erano le immagini del vasto campionario, che lo straniero mostrava ai clienti interessati, prendendo ordinazioni e impegnandosi alla consegna nel giro di pochi minuti. Evidentemente la merce, quella vera, si trovava in qualche automezzo parcheggiata poco distante, che fungeva anche da magazzino.
Sequestrati dvd, macchina fotografica e la memoria-catalogo, il trentenne senegalese è stato portato al comando per l'identificazione. E qui ha tentato di capovolgere la situazione a suo favore. Infatti, tutto ad un tratto si è alzato dalla sedia e ha cercato di ferirsi alla testa contro il muro, senza riuscirvi perché subito bloccato.

«Un tentativo finalizzato ad addebitare poi agli agenti le ferite riportate, in modo da accentrare l’attenzione su un eventuale falso pestaggio» fanno sapere dal Comando. Si è scoperto poi che a carico del senegalese già dal 2005 pendeva un provvedimento di espulsione a firma del Prefetto di Torino. Arrestato e processato per direttissima, è stato condannato a cinque mesi.

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