Vuitton, l’alta moda è un urlo casual

Marc Jacobs gioca con gli stili. Le sue donne non hanno limiti e orizzonti

Vuitton, l’alta moda è un urlo casual

da Parigi

È una donna molto elegante che ama giocare con i vestiti e rompere le regole quella che Marc Jacobs, talentuoso stilista di Louis Vuitton, ha fatto sfilare ieri sera al Petit Palais. «Immaginate un’icona dell’alta moda francese come Elsa Schiaparelli precipitata in un mondo che ha avuto la lezione dello stile casual», dice l’americano che all’inizio della sua carriera ha inventato il cosiddetto grunge (per intenderci il modo di vestire di Kurt Cobain).
In quella che può essere definita come la collezione più libera della stagione ha fatto di tutto, di più. Per cominciare ha messo in testa alle modelle grandi cappelli con la stessa forma della pentola cinese detta «Wok» rovesciata oppure giganteschi cappucci profilati di pelliccia che, una volta aperti, fanno da stola. Il resto era un gran mescolone: gonne o vestiti sopra i pantaloni, maxi maglioni a coste su sottili veli di chiffon, colori spenti tipo il grigio oppure toni naturali di cachi o beige e, in alternativa, una stupenda stampa leopardo sui toni del rosso e nero disegnata a suo tempo da Stephen Sprouse, graffitista e artista newyorkese scomparso troppo giovane.

Per quanto riguarda gli accessori si può solo dire che erano molto speciali: bellissime scarpe con una zeppa forata sotto al modello décolleté in vernice luccicante bianca o nera e tante borse (tra cui il celebre modello Papillon ingrandito o rimpicciolito a dismisura) con il classico motivo Monogram della casa in oro oppure argento. Insomma una sfilata diversa da tutte le altre, non a caso l’ultima di una stagione su cui bisognerà riflettere a lungo.

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