«Il grido era prigioniero dellorgano». Così si apre lultima fatica letteraria di Jean-Christophe Grangé, il nome più noto del noir francofono. Una frase ad effetto, per un delitto ad effetto: mentre il maestro Goetz sta riempiendo di note la chiesa armena di Saint Jean-Baptiste a Parigi viene brutalmente ucciso e il suo urlo, amplificato dalle canne dello strumento, si spegne lentamente tra le navate. E musica, il grido succitato, il canto e la perfezione delle voci bianche, sono i vertici attorno a cui si dipana il racconto. Così nel romanzo, intitolato Miserere (Garzanti pagg. 536, euro 18,60), sintrecciano come note sul pentagramma storie e vite. Un canto polifonico e sanguinario che porta dalla Germania nazista allAlgeria della lotta dindipendenza per arrivare, in fine al Cile di Pinochet. Il noir da poco arrivato in Italia è stato a lungo al vertice delle classifiche in Francia ed è nato quasi per gioco come omaggio a un grande classico americano Il Maratoneta.
Lidea di giocare con le note e con i segreti nascosti nella melodia, però lo avvicina molto ad alcuni romanzi che hanno per novità proprio la preponderanza dellambito musicale come La formula Stradivari (editore Nord) o Morte in do minore (Edimond).Vulcanico E ora si da al musical-thriller
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