Vuole riavere il figlio, spara davanti all’asilo

Voleva suo figlio, ha sparato davanti all’asilo. Nell’ora dell’uscita dei bimbi. Attimi di paura ieri in tarda mattinata a Certosa, in Valpolcevera, dove un uomo ha aggredito una vigilessa, le ha sottratto la pistola ed è fuggito esplodendo alcuni colpi in aria, proprio davanti all’istituto di scuola materna ed elementare Ariosto di via Ausonia Vedovi. Sul posto è intervenuta la polizia che lo ha arrestato. Christian S., 27 anni, incensurato, ha estratto un coltello puntandolo alla gola della vigilessa che ha provato a estrarre la pistola. A quel punto l’uomo le ha detto di «non fare follie» e le ha sottratto l’arma, sparando poi due colpi in aria e dandosi alla fuga. È stato inseguito dal personale della polizia municipale intervenuto sul posto che lo ha raggiunto e disarmato nei pressi della stazione della metro di Brin.
All’origine del folle gesto dell’uomo ci sarebbe il mancato affidamento del figlio. Il 27enne è stato portato negli uffici del comando della polizia municipale dove è stato fotosegnalato prima dell’arresto. La vigilessa nella colluttazione è rimasta leggermente ferita ad una mano. L’aggressore abita poco distante dalla stazione della metropolitana di Brin dove è stato raggiunto e arrestato dalla polizia municipale accorsa in soccorso dell’agente disarmata. Nel successivo sopralluogo della zona sono stati trovati tre coltelli accanto alla pistola dell’agente, carica, gettata tra due auto durante la fuga. L’uomo, che per non essere riconosciuto durante la fuga si era sfilato la felpa grigia che indossava rimanendo con una maglietta rossa indosso, aveva gettato le armi e probabilmente stava tentando di rientrare a casa.
Nel primo interrogatorio Christian S. ha raccontato di essere uscito di casa, armato con tre coltelli, per andare ad uccidere il padre. Il giovane lo ha dichiarato a caldo agli agenti di pg della polizia municipale che si occupano del caso. Una versione tutta da verificare, dato che lo stesso aggressore, arrestato per rapina, parlando del padre, ha spiegato che il genitore gli avrebbe inserito un microchip nel cervello per vedere su Internet ciò che pensa. E tra le dichiarazioni che l’arrestato ha rilasciato, ha anche raccontato della sua attesa per l’affidamento della sorellina di sei anni, decisione che secondo l’uomo doveva essere presa ieri, ma della quale al Tribunale per i minori di Genova non c’è traccia. Nel ricostruire la dinamica dell’accaduto, l’uomo ha poi spiegato di aver aggredito la vigilessa con l’obiettivo di impossessarsi della sua pistola, che riteneva essere più efficace per uccidere il padre. E di aver sparato un colpo verso lo pneumatico di un’auto per verificare che si trattasse di una pistola vera e non di un’arma giocattolo.
Intanto l’agente aggredita, Patrizia R., visitata al pronto soccorso del Villa Scassi, ha riportato una lieve lesione ed è stata giudicata guaribile in cinque giorni.

Parlando della donna, in servizio dal dicembre 2008, il comandante Roberto Mangiardi ha usato parole di encomio: «Ha saputo mantenere il sangue freddo, ha dato l’allarme alla centrale operativa circostanziando bene ciò che stava accadendo ha dimostrato una grande professionalità».

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