 
Le "Waterbones" di Loris Cecchini (Milano 1969) sono una forma scultorea definita e riconoscibile, che ha trovato spazio per ben tredici metri anche al Quirinale. Adesso arrivano al Barrio's, alla Barona, come opera di arte pubblica, installate in un'aiuola di fronte allo spazio di aggregazione dedicato ai giovani, con l'intenzione di rianimare le periferia e di creare un collegamento reale tra l'arte contemporanea e gli abitanti del quartiere. La scultura rimarrà in piazza Donne Partigiane fino al primo dicembre. L'iniziativa è stata presentata dalla direttrice della Galleria nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea GNAMC, Renata Cristina Mazzantini, che l'ha fortemente voluta e realizzata con il sostegno di "Il Museo Rigenera", del ministero della Cultura, e la collaborazione di Amici di Edoardo, tra i soci fondatori e sostenitori del Barrio's.
Renata Cristina Mazzantini spiega perché la considera "un'iniziativa molto importante", dal momento che "il valore artistico si misura in socially engaged art, secondo la formula creata dagli americani, ovvero dal coinvolgimento sociale determinato dall'artista e dall'opera". L'artista, Loris Cecchini, è stato scelto sia per la fama che per il significato delle sue Waterbones: "A forma di rizoma, danno l'impressione di poter assumere configurazioni variabili, che possono dipendere dall'osservatore, dal contesto, dalla polifonia di relazioni. È una forma d'arte che assorbe molti input".
Che la Gnamc con la sua direttrice creda in questa forma d'arte, è dimostrato dal fatto che "Waterbones" del Barrio's verrà poi accolta nella collezione permanente del museo, accompagnata da una documentazione fotografica della genesi di questa opera: "Waterbones è stato pensato per entrare in galleria, e nella forma definitiva sarà più grande. La nostra idea di museo è di produttore di contenuti culturali: promuovere la creatività e spostarsi fuori dal territorio per farla interpretare all'esterno delle proprie mura".
In questo caso hanno collaborato seicento giovani: anche gli educatori locali sono stati finanziati con fondi del bando Rigenera. I ragazzi sono andati a visitare lo studio dell'artista, poi hanno studiato con lui le possibili collocazioni e hanno visto come si forma questo discorso dei rizomi e come possono collegarsi tra di loro. Hanno fatto un po' di esperimenti con Cecchini e realizzato una documentazione fotografica.
Non un movimento unilaterale, nelle intenzioni della direttrice Mazzantini: "Questi progetti aiutano le persone a scoprire talenti nascosti e a svilupparli. Può darsi che qualcuno di loro diventi un creativo".
Come Loris Cecchini, che ha frequentato l'Accademia di Belle Arti a Firenze e poi a Brera, dove si è laurea nel 1994. Qui ha debuttato con la serie "No Casting", lavori fotografici elaborati attraverso la modellazione digitale.