«Web e primarie, così torniamo a vincere»

«Guai se ci fermiamo. Il Pdl deve diventare un partito 2.0».
Assessore Stefano Maullu, veramente qui si voleva parlare di primarie e di nuova classe dirigente.
«È la stessa cosa».
Allora non capisco.
«Questo voto ha un significato profondo. Di dimensione nazionale».
Avete perso, questo è chiaro.
«Non è questo il punto. Si è capito che quella comunicazione seduttiva ed emotiva che ci caratterizzava, ora non basta più».
Ci vuole dell’altro?
«Un ritorno agli interessi dei cittadini. Meno affabulazione e più realtà, una verità ben detta porta lontano».
Lontano dove?
«La gente oggi va oltre gli schemi. Una sorta di pragmatismo post ideologico che ha bisogno di una comunicazione più reale».
In concreto?
«Tornare a programmare iniziative per ristabilire un feeling, per tornare a farci amare».
Un esempio?
«Io non sono un ciellino, ma il Meeting di Rimini è uno straordinario esempio di come si possa offrire una possibilità di discutere e affacciarsi a tempi importanti come la politica e l’economia».
Un format che funziona.
«Dai numeri straordinari. Per questo dobbiamo moltiplicare le occasioni. Quello che si chiede oggi alla politica è più partecipazione».
Partecipazione significa anche primarie per eleggere i vertici. A partire da quelli locali.
«Sono assolutamente d’accordo con il presidente Roberto Formigoni, le primarie ci vogliono».
Il premier Silvio Berlusconi dice che bisogna essere sicuri che a votare siano quelli del centrodestra.
«Certo, ma dobbiamo anche avere il coraggio di andare oltre. Non rimaniamo imprigionati in un partito vecchio, chiusi dentro uno steccato».
Ci vogliono delle regole.
«Quando abbiamo fatto scegliere il simbolo del nuovo partito, hanno votato in milioni versando un euro. L’abbiamo già fatto, si può fare di nuovo».
Qui il rischio infiltrati aumenta.
«A parte gli infiltrati, dobbiamo avere il coraggio di andar oltre il semplice militante».
E chi volete far votare?
«Società civile, associazioni, forze vive, tutti quelli che ci votano. O quelli che non ci hanno votato, ma che se coinvolti torneranno a votarci».
Il Pdl deve essere ridisegnato?
«Grazie a Dio siamo un partito dalla forte leadership. E così deve rimanere, ma la piramide va rovesciata. Ora occupiamoci di più della base. Condividendo informazioni, problemi, iniziative sul territorio».
Questo sarebbe il Pdl 2.0?
«Sono cadute le barriere ideologiche e la globalizzazione non è solo economica. Ora con Internet la comunicazione è un modo per incentivare il sapere, ma anche per chiedere agli elettori cosa pensino della città».
Pisapia su Internet è andato forte.


«Perché la sinistra ha avuto il coraggio di non pretendere un controllo centralizzato. Pensiamo alle campagne nei social network, all’assalto al sito di Red Ronnie, alla beffa di Sucate, la città che non esiste».
C’è stata molta ironia.
«Comicità e ironia vincono sull’insulto e la diffamazione».

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