Cronaca locale

Il week end della meditazione

Forte di un successo sorprendente (5.000 visitatori nel 2006) Milano Yoga Festival è pronto per la seconda edizione che si svolgerà al Superstudio Più di via Tortona 27 da domani a domenica. E se il programma dello scorso anno era contrassegnato da una gamma di proposte direzionate allo yoga «fisico» (quello che, per meglio intenderci, si pratica con particolare attenzione alle posture corporee), siamo ora giunti all’aspetto qualificante della disciplina yogica, la tanto bistrattata - specie in Occidente - meditazione. Parola magica che evoca paradisi mentali, serenità e relax, affascinando adepti di lungo corso e nuovi appassionati che aspirano ad applicare concretamente la meditazione nella vita quotidiana. E non solo come fanno atleti, dirigenti aziendali, artisti e scienziati, tutti in cerca della performance assoluta o dell’incremento di lucidità che deriva dalla meditazione e permette di risolvere problemi complessi, ma anche e soprattutto come esseri umani che rimangono desti al lato spirituale dell’esistenza. Visto che si avverte ovunque un gran bisogno di pace interiore, di immobilità, e che tutto sommato lo yoga, acrobazie a parte, ha come finalità specifica la conoscenza di sé attraverso la signoria sulla mente, sia benvenuta l’inversione di tendenza occidentale che ora si volge alla radici meditative e introspettive dello yoga. Il Festival milanese registra con rapidità il cambio di vento e propone il titolo «Yoga e Meditazione» assieme a un ventaglio notevole di workshop, conferenze, incontri, proiezioni video, in una cornice che non dimentica gli spazi espositivi, la ristorazione vegetariana, le presentazioni di libri, la musica in concerto e l’inevitabile area bimbi dal momento che lo yoga - secondo le ricerche di mercato a cui non sfugge nemmeno l’antica disciplina dei veggenti indiani - pare soprattutto attirare il pubblico femminile (di ceto medio alto e buon livello di istruzione). La meditazione (dhyana in sanscrito) è al centro di quasi tutte le proposte: dai workshop pratici che sono 20, e non escludono esperienze fisicamente intense come lo yoga di stile Iyengar, alle conferenze sui vari aspetti della meditazione nella spiritualità e nelle religioni dell’India, per giungere agli atelier (e visto che può essere considerata una sorta di meditazione sul suono anche una infarinatura di sanscrito, segnaliamo la presenza del professor Stefano Piano che conduce un incontro sulla «lingua perfetta»). Particolarmente interessante si annuncia la conferenza di domenica, alle 14.45, del neuro-psichiatra Roberto Mola («Stati extra-ordinari di coscienza. Psicosi e meditazione, un paradossale confronto») che esaminerà le difficoltà e i pericoli del percorso meditativo dal punto di vista della scienza medica occidentale. Da non perdere anche la proiezione (domani sera alle 20) della video intervista a Raimon Panikkar «Lo scontro di civiltà, la pace e il perdono», curata da Marco Manzoni per la Televisione svizzera italiana, in cui il teologo spagnolo di padre indiano affronta la crescente diffidenza fra le diverse culture e religioni umane, e la «paura ossessiva dell’altro», cammino in fondo al quale rimane solo l’opzione della guerra, del contrasto perenne. Può sembrare un argomento incluso con qualche forzatura in un festival di yoga, eppure la pratica della meditazione - le ricerche scientifiche lo dimostrano - è in grado di favorire l’insorgenza di emozioni positive aumentando la capacità di integrazione e comprensione. L’ingresso al Festival costa 5 euro e consente di accedere alle conferenze, alle mostre e alle aree espositive. Workshop e atelier costano 20 euro. Informazioni sul sito www.

milanoyogafestival.it

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