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Un week end tutto sotto rete Milano torna regina del volley

Oggi semifinali, domani la finale. In 8mila al Forum e la Sparkling fa sognare il ritorno in A1

da Milano

Come cantava Alberto Fortis? «Milano, sono contento che ci sei». È un pezzo tornato di moda nel circo della pallavolo, che, dopo qualche stagione di assenza, riporta la final four di Coppa Italia e la kermesse di Volley Land al Forum, arena sportiva della metropoli. Quarantotto ore sotto rete: oggi, dalle 15.15 (e su Sky Sport 2), Roma-Latina e Treviso-Taranto, semifinali di una Coppa Italia che ha già cacciato Cuneo, detentrice e capolista di A1; finale domani alle 18 ma prima, alle 14, All Star Game donne. Tutt'intorno, da stamane, tornei, convegni, veri campioni che si allenano con centinaia di ragazzini. Sono 8.000 i biglietti staccati, l'obiettivo è 20.000 presenze. Anche se Milano è solo in A2 con una squadra, la Sparkling, nata in estate. E in città, dal 1995 a oggi, gli appassionati hanno visto sparire la Tally e l'Asystel.
«Ma la Lombardia è l'ombelico della pallavolo italiana», spiega Massimo Righi, amministratore delegato della Lega Volley: «Il comitato provinciale di Milano ha un numero di tesserati che fa concorrenza a intere regioni. Per questo torniamo a organizzare Volley Land qui, anche se costa quasi il doppio di quanto speso a Forlì in passato. Non c'è una squadra in A1? A Milano è dura costruire progetti duraturi». Milano è cara, chiede tanto o punisce con un anonimato mortale. Ma ora la Sparkling fa sperare: prima in A2, ha portato 3.600 persone al Palalido e stasera (ore 21, ingresso libero dalle 20), nell'ambito di Volley Land, sfida Isernia cercando la sedicesima vittoria di fila. «I problemi nasceranno se andremo in A1», ammette Claudio Giovanardi, emiliano, patron della Sparkling, «ma un prodotto vincente attira gli sponsor. Il volley si vuol far credere sport di provincia ma sta bene anche nelle metropoli: a Modena o Treviso la differenza la fa una squadra forte, a Milano puoi lavorare in molti altri ambiti. E poi qui non hanno mai vinto lo scudetto: la sfida è irresistibile».

Ma ce n'è un'altra, prima: durare.

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