Franco Fayenz
Nella calma un po distratta di fine stagione, lAuditorium di Milano ha proposto agli ascoltatori di palato fine alcune partiture che, chissà perché, sono di rara esecuzione non soltanto nel capoluogo lombardo. In due concerti ravvicinati si sono apprezzati, fra laltro, i Vier Letzte Lieder per soprano e orchestra di Richard Strauss e la Kleine Dreigroschemusik (o la Suite da Die Dreigroschenoper, se si preferisce) di Kurt Weill. I quattro deliziosi ultimi lieder di Strauss erano in programma fra lIdillio di Sigfrido di Wagner e il superstite Adagio della Decima Sinfonia di Mahler, anchessi di non frequente ascolto; mentre i brani portanti dellOpera da tre soldi di Weill concludevano, in modo non attinente ma assai opportuno, una serata in memoria di Luciano Berio. Protagonista è stata lorchestra residente dellAuditorium, la Sinfonica Verdi, diretta nel primo caso da Claus Peter Flor e nel secondo dalla brava e bella Nicoletta Conti. Il soprano tedesco Anne Schwanewilms ha dato ai lieder straussiani la giusta dimensione, evitando di prevalere con la voce sullorchestra - cè chi ci prova, malgrado la pienezza sontuosa della scrittura orchestrale - e ponendosi invece come strumento fra gli strumenti.
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