BodyHairDay: la rivincita delle donne irsute e dei petti pelosi in USA

Si è celebrato lo scorso 8 giungo negli USA il BodyHairDay, la giornata nazionale dedicata ai peli superflui. Un'iniziativa virale nata sul web e sui social network sviscerata, tra la condivisione di scatti delle parti più irsute del corpo pubblicate sia da donne che da uomini. Perché, tuttavia, la necessità di festeggiare i corpi villosi? Non si tratterebbe semplicemente di una trovata internettiana d'inizio estate, bensì un modo per rivendicare l'unicità delle persone rispetto ai canoni di bellezza imposti.

L'idea sembra essere nata dal magazine statunitense Bustle: attraverso un apposito hashtag, i partecipanti hanno potuto condividere gli scatti della loro campagna anti-depilazione. Sono soprattutto donne, tra gambe non sottoposte a ceretta e ascelle irsute, pronte a sfidare degli standard di bellezza che limiterebbero il genere femminile all'interno dei confini ben definiti dello stereotipo. Ma all'iniziativa si sono accodati anche diversi uomini, decisi a sfoggiare con orgoglio i loro petti pelosi, poiché anche il sesso maschile sarebbe da anni bombardato dalla lotta ai peli superflui tra cerette, epilazioni al laser e sopracciglia scolpite ad arte.

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Qualche giorno fa una simile campagna è stata lanciata in Cina, per poi espandersi rapidamente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Xiao Meili, un'attivista per i diritti delle donne asiatiche, ha infatti deciso di lasciare la "Armpit Hair Competition”, ovvero la gara dell'ascella villosa. «Dobbiamo avere la libertà di scegliere e accettare ciò che cresce naturalmente sui nostri corpi», ha spiegato in occasione di un'intervista locale, per rilanciare una nuova forma di femminismo dove la donna ritorni padrona della propria estetica.

E da motivazioni analoghe sembra muoversi anche l'iniziativa americana, «per demonizzare le intense pressioni della società». Ancora presto, però, per affermare se l'iniziativa abbia le carte in regola per diventare una vera e propria moda.