Roma - Capire che livello di sedazione è stato somministrato a Piergiorgio Welby al fine di accertare se questo è stato nella norma. È questo il compito che hanno i consulenti della Procura di Roma che dovranno, entro 60 giorni (a partire dal giorno dell'autopsia effettuata il 22 dicembre), depositare il rapporto conclusivo sugli esami clinici. In particolare il professor Paolo Pietropaoli, ordinario di scienze anestesiologiche del Policlinico Umberto I, e i due esperti di medicina legale, Federica Umani Ronchi e Stefano Moriani, dovranno chiarire i diversi pesi che hanno avuto le due azioni sollecitate dallo stesso Welby, cioè la sedazione e la estubazione (in pratica il distacco dalle macchine che garantivano la respirazione). L'associazione Luca Coscioni ha partecipato all'autopsia con un consulente di parte, la dottoressa Maria Laura Peronace. Ma l'avvocato Giuseppe Rossodivita non conferma quanto aveva detto il giorno del funerale di Welby l'europarlamentare dei Radicali Marco Cappato, riguardo la dinamica del decesso di Welby. In Procura si ripete, invece, che il fascicolo inerente la morte del co-presidente dell'associazione Luca Coscioni rimane senza ipotesi di reato o indagati. Al momento sono escluse nuove audizioni dopo quelle effettuate dalla Digos all'anestesista Mario Riccio, che ha aiutato Welby, e allo stesso Cappato. Il pm Gustavo De Marinis, di concerto con il procuratore capo Giovanni Ferrara, deciderà solo dopo la lettura del perizia dei medici legali quale strada intraprendere. Anche se al momento la via più prevedibile è quella di un'archiviazione. Ma vanno accertati quei livelli di sedazione, si ripete a piazzale Clodio.
Intanto Riccio ostenta tranquillità: "Vado a parlare con il presidente del mio Ordine con animo molto sereno". Ma precisa subito che se altri pazienti dovessero chiederglielo non rifarebbe loro ciò che ha fatto a Welby.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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