Welfare, sindacati a favore di modifiche. Rifondazione attacca: così non votiamo

Il Protocollo? Si può rivedere. Parola dei sindacati. Sembra quasi un contrordine compagni dopo i fischi incassati nelle fabbriche, da Mirafiori alla Piaggio. Epifani e Bonanni: "Ma serve il consenso di tutti"

Welfare, sindacati a favore 
di modifiche. Rifondazione 
attacca: così non votiamo

Roma - Il Protocollo sul Welfare? Si può rivedere... Parola dei sindacati. Sembra quasi un contrordine compagni, forse è l'effetto Finanziaria sommato al combinato disposto dei fischi incassati nelle fabbriche da Mirafiori in poi, da sindacalisti di prima fila e delegati locali alle prese con assemblee "calde" che preannunciano un autunno caldissimo per sindacati "istituzionali" (leggi vertici nazionali di Cgil, Cisl, Uil) e governo. E poi, con il Pd in arrivo è mai possibile lasciare praterie immense di conquista di consensi ai partiti della sinistra radicale? Nel varco aperto dai sindacati si incunea subito Rifondazione che ribadisce il suo no al protocollo e lo conferma il ministro della Solidarietà Ferrero: «Noi continuiamo a chiedere che ci siano modifiche prima del Consiglio dei ministri». A chi gli chiede se è quella la condizione perché lui possa votare il provvedimento nella prossima riunione di Governo, Ferrero risponde: «Certo, se non si cambia niente, non ci sono le condizioni per votarlo».
Il "buon senso" di Epifani Anche stavolta prevale il politichese stretto. Linguaggio felpato: con l’uso del «buon senso» e se «tutte le parti lo ritengono conveniente», il Protocollo sul Welfare potrà essere modificato pur lasciando ferma la sostanza. Su questo sono d’accordo i leader di Cgil e Cisl che oggi hanno così messo nero su bianco la disponibilità del sindacato alla discussione in fase di esame in Parlamento. «Se si userà il buon senso - ha detto Guglielmo Epifani - potremmo forse, però con l’accordo di coloro che lo hanno sottoscritto, vedere ove renderlo più efficace». «Una volta verificato l’esito del referendum - ha aggiunto - credo che bisognerà, con il governo che è contraente dell’accordo, vedersi e valutare con i sindacati e con una parte del sistema delle imprese le modalità con cui vorrà tradurre l’accordo in testo legislativo. Perché in Parlamento è un’altra storia. Il Parlamento - ha proseguito Epifani - è ovviamente sovrano. Se dal referendum dovesse arrivare un consenso largo all’ipotesi, a mio modo di vedere eviteremmo un peggioramento del testo in Parlamento».
La sponda di Bonanni Dal Consiglio generale della Cisl in Toscana Raffaele Bonanni si è detto d’accordo con Epifani: «Se tutte le parti sociali, ma proprio tutte, sono d’accordo e lo ritengono conveniente, possono fare quello che vogliono». «È una parte da sola o anche due parti su tre - ha spiegato Bonanni - che non possono fare niente. Ma tutte le parti insieme possono anche rivedere alcuni singoli punti del protocollo: è un fatto di buon senso». Bonanni, rivolgendosi al governo, ha poi detto che «quello che gli chiediamo è di avere una sola parola: Prodi non può che parlare per tutto il governo, che, sul protocollo, deve avere una sola posizione».
Incontro Prodi-Giordano Intanto oggi Prodi si è detto soddisfatto del suo incontro con il segretario del Prc, Franco Giordano: «Ci siamo confrontati su tutti gli aspetti del protocollo, è stata una riunione approfondita».
Dure contestazioni anche alla Piaggio
Mentre si cerca di arrivare a un consenso, oggi di nuovo però forti contestazioni si sono verificate alla Piaggio di Pontedera, la più grande azienda metalmeccanica toscana. L’assemblea - si legge in una nota della Fiom - ha espresso un nettissimo rifiuto dell’accordo. Positiva invece l’assemblea dello stabilimento dell’Avio di Rivalta Torinese che ha ribadito uuil suo sostegno al premier Romano prodi. «Dai lavoratori arrivano segnali di consenso al Protocollo sul Welfare.

Sono dati più che positivi, ascoltando l’»umore« delle assemblee» ha detto il segretario generale della Cisl, Pierpaolo Baretta, rispondendo ad una domanda sul come stanno andando le assemblee nei luoghi di lavoro per dare il via o bocciare il protocollo sul Welfare. «Ha sbagliato il governo a non mettere il Protocollo sul Welfare in Finanziaria. Ora accelerando la definizione del collegato questo deve diventare parte integrante della finanziaria».

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