Roma - "Esco dalla casta". Il senatore Willer Bordon ha lasciato Palazzo Madama proprio come aveva promesso. "E' un atto forte di testimonianza di chi sente il dovere di difendere le istituzioni dalla deriva di sfiducia che investe la politica", ha scritto Bordon nella lettera che oggi pomeriggio ha consegnato al presidente del Senato, Franco Marini.
Promessa mantenuta Parola mantenuta dal senatore d’origine triestina che aveva preannunciato le sue dimissioni dal Senato in coincidenza del suo compleanno, appunto il 16 gennaio. Il senatore Di Unione democratica ha spiegato che il suo non è "un atto di rassegnazione, né tantomeno un gesto aventiniano, ma un atto forte di testimonianza di chi sente il dovere di difendere le istituzioni dalla deriva di sfiducia che investe la politica". "Ho l’impressione - sostiene nella lettera - che non si avverta la dimensione da tsunami dell’ondata che sta per riversarsi complessivamente sul ceto politico e sulle sue istituzioni. Anche il sistema politico, e al suo interno l’organizzazione dei partiti, lungi dal correggere queste tendenze, si costituisce come un sistema di rendite, spesso difese da prassi consolidate, connotate dal privilegio quando non dall’illegalità".
La denuncia: "Troppo spesso l'anti-politica sta a Palazzo" Bordon si è detto convinto che "l’antipolitica non sia il contrario della politica, ma è il prodotto della cattiva politica. Oggi l’antipolitica troppo spesso sta a Palazzo".
"Sono entrato in Parlamento nel 1987 - racconta - una parte dell’attuale classe dirigente politica già vi era presente ed è rimasta sostanzialmente la stessa, costituendo oggi un vero e proprio ’tappò al ricambio generazionale". Proprio per questo Bordon è giunto a rassegnare le dimissioni: "Con una facile rappresentazione mediatica potrei dire che esco dalla Casta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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