John McClane non è un eroe del nostro tempo. È unanomalia nel presente digitale e solo agendo in controtendenza ha la meglio su furfanti superaccessoriati, maghi del computer, strateghi della supertecnologia. Questa quarta avventura ha laria di essere la migliore, se si esclude il capitolo iniziale. Sono passati 20 anni da allora e linaffondabile McClane dispensa la sua ironia che il bravissimo Bruce Willis esalta con solerte improntitudine.
Un hacker pazzoide e permaloso ce lha con gli Stati Uniti, che hanno rifiutato i suoi servigi ed allora sferra un attacco alle infrastrutture informatiche del Paese rendendolo un mostro inerme. Una tragedia nazionale il cui antidoto è qualcuno che agisca in modo imprevedibile, usando metodi spicci, ignorando gli automatismi anche cerebrali di chi è ormai schiavo del sistema telematico. Si direbbe che il film contenga un messaggio ben preciso: vale a dire che il vero e autentico antivirus è luomo. Ed allora, invecchiato ma bene in forma, Willis-McClane usa muscoli e cervello in una miscela di esplosioni, corpo a corpo e una forza di volontà tipica degli eroi di tutti i giorni. Durante una colluttazione con unasiatica, maestra di kung-fu, McClane ha una reazione da applausi, mettendo alla berlina tutte le religioni corporee provenienti dallOriente.
DIE HARD VIVERE O MORIRE (Usa 2007) di Len Wiseman, con Bruce Willis, Timothy Olyphant 122 minuti
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