Wind: Benedetti vince la causa Sawiris dovrà pagare 75 milioni

Naguib Sawiris, il miliardario egiziano proprietario di Wind, dovrà pagare oltre 75 milioni di euro al finanziere italiano Alessandro Benedetti, al quale è stato riconosciuto un ruolo di primo piano nel passaggio di proprietà dell’operatore di telefonia da Enel a Orascom, società di Sawiris, nel 2005. Lo ha stabilito l’Alta Corte di Londra, alla quale si era rivolto Benedetti che inizialmente aveva chiesto il 30% di Weather, holding a monte della piramide che controlla Wind e Orascom, poiché sostenne di essere l’ideatore dell’operazione e di aver avuto un ruolo di primo piano nella vicenda. Sawiris rifiutò di cedere la quota nella finanziaria dal valore teorico, al momento dell’acquisizione, di circa 4 miliardi.
La Corte, presieduta dal giudice Nick Pattern, ha accolto la versione di Benedetti, secondo il quale Sawiris avrebbe completato l’operazione utilizzando una strategia messa a punto dal suo ex socio italiano, che prevedeva l’assunzione del controllo di Wind senza l’esborso di considerevoli somme di denaro cash. La vicenda iniziò nel 2005 quando l’imprenditore egiziano acquistò il 65% di Wind, in mano all’Enel, che, come previsto dall’accordo, nel febbraio 2006 esercitò l’opzione di vendita permettendo a Sawiris di controllare il 100% della società tlc. In cambio della sua consulenza, Sawiris avrebbe promesso a Benedetti una quota della società.
Dal canto suo, Naguib Sawiris sta considerando tutte le opzioni disponibili, compreso il ricorso in appello, precisando che, nel suo giudizio, il giudice della Corte ha stabilito che l’uomo d’affari italiano non può reclamare «alcun diritto sulle quote o sulla governance di alcun veicolo operativo o di investimento» facente capo al magnate egiziano.

Il giudice ha d’altra parte riconosciuto il diritto di Benedetti a una «ragionevole remunerazione» per i servizi forniti nel corso dell’operazione, che, in base a prezzi di mercato, avrebbe dovuto aggirarsi sui 36 milioni di euro. La Corte ha invece stabilito l’ammontare a 75,1 milioni - più gli interessi che devono essere ancora definiti - somma «che era stata già discussa da Sawiris e Benedetti poco tempo prima dell’inizio del procedimento».

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