Cinque giovani libanesi in una fiammante automobile rossa senza capote. Un ragazzo al volante, quattro ragazze con lui. Portano smaglianti occhiali da sole, sono ben vestiti, mandano messaggini con il telefono. E soprattutto attraversano a unandatura che si immagina lenta, lentissima, i quartieri di Beirut appena devastati dai bombardamenti, come fossero turisti dellorrore.
Morte e gioventù. Dolore e frivolezza. Voglia di pace e guerra. È la foto scattata la scorsa estate dallo statunitense Spencer Platt dellagenzia Getty Images, premiata dalla giuria del premio World Press Photo presieduta da Michele McNally come migliore foto giornalistica del 2006. È limmagine simbolo del premio, e quindi la foto copertina della mostra inaugurata ieri che, come ogni anno in primavera - e da qualche anno nellalveo del festival FotoGrafia - porta al Museo di Roma in Trastevere le foto selezionate dalla giuria tra le 78.083 inviate da 4.460 professionisti di 124 Paesi e selezionate per tipologia (foto singole e reportage) e tema (gente, notizie generali, storie di attualità, vita quotidiana, ritratti, arte e spettacolo, natura, sport in azione, sport in primo piano). Tra i fotografi premiati ci sono anche cinque italiani: Max Rossi della Reuters, primo premio della categoria «sport in azione» (foto singola) per un bellissimo scatto di due ginnasti impegnati nello stesso campo visivo agli anelli e al corpo libero; Paolo Pellegrini della Magnum, primo premio per le «general news» (foto singola) con un drammatico bianco e nero che ritrae la vittima di un attacco missilistico israeliano a Tiro, in Libano; Davide Monteleone, primo premio «storie» nella categoria «spot news» con un reportage sui bombardamenti in Libano realizzato per la Contrasto; Lorenzo Cicconi Massi, terzo nella categoria «Sports features» con un lavoro su una scuola calcio di Pechino, sempre per la Contrasto. E poi cè Massimo Berruti dellagenzia Grazia Neri, che ha vinto il secondo premio della categoria storie di attualità con un reportage che ci riguarda molto da vicino. Quello realizzato nel residence Roma di Bravetta, ricettacolo di emarginazione, povertà e solitudine raccontato con una serie asciuttissima di immagini che poco concedono alla retorica.
World Press Photo è insieme uno dei più importanti premi internazionali di fotogiornalismo (è giunto alledizione numero 50) e una sorta di «stato del mondo» per immagini. Guerre, tragedie, morte, povertà, ma anche gioia, natura e bellezza scorrono ogni anno in centinaia di fotografie che si pongono come documenti, come testimonianze, come racconti, senza filtri né costruzioni. Bello perché vero. È lo scopo della Wpp Foundation, nata nel 1955 per diffondere e sostenere il fotogiornalismo. Unistituzione indipendente e senza fini di lucro, che gode del sostegno di una lotteria olandese e della sponsorizzazione di Canon e Tnt. A Roma la mostra gode del contributo speciale di Canon Italia e della collaborazione di Zètema Progetto Cultura.
World press photo 2007, fino al 27 maggio al Museo di Roma in Trastevere, piazza SantEgidio 1/b.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.