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Yemen, chiuse ambasciate Stati Uniti e Gb a Sanaa Al Qaida prepara attentato

Allarme per un possibile attacco nella capitale yemenita. Frattini: "Stiamo monitorando la situazione". Il nostro ambasciatore: "C'è tensione me siamo protetti". Il premier inglese Gordon Brown: "Al fianco di Obama contro il terrorismo".

Yemen, chiuse ambasciate  
Stati Uniti e Gb a Sanaa 
Al Qaida prepara attentato

L'ambasciata degli Stati Uniti nello Yamen è stata chiusa in risposta alle minacce fatte da Al Qaida. Gli impiegati yemeniti della rappresentanza diplomatica sono stati invitati a restare a casa fino a nuovo ordine. Lo ha reso noto la stessa ambasciata Usa con una nota nella quale è scritto che la sede di Sanaa "é chiusa come risposta alle minacce fatte da Al Qaida nella Penisola Arabica (Aqap) di attacchi contro gli interessi americani in Yemen". Anche l'ambasciata della Gran Bretagna è stata chiusa. Lo ha riferito la Bbc.

"Al Qaida pronta a colpire" Il consigliere del presidente Obama per l'antiterrorismo, John Brennan, ha riferito dell'esistenza di "indicazioni che Al Qaida stia pianificando un attentato contro un obiettivo a Sanaa". In una lunga intervista all' emittente americana, Brennan ha precisato che Al Qaida "sta pianificando uno o più attacchi a Sanaa, forse contro la nostra ambasciata". Secondo il consigliere della Casa Bianca, "Al Qaida appare determinato a proseguire nei suoi tentativi di attacco" ed è per tali ragioni che gli Stati Uniti hanno preso una serie di misure e di decisioni per smantellare la rete terroristica, oltre a rafforzare i controlli negli Usa. Parlando dell'attentato fallito il giorno di Natale contro un aereo Delta Northwest, Brennan ha detto che - preso individualmente - nessuno degli elementi emersi contro l'attentatore Umar Farouk Abdulmutallab era sufficiente a far scattare l'allarme, ma che i servizi di intelligence non sono stati in grado di collegarli tra di loro. "Il sistema non ha decisamente funzionato", ha chiosato il consigliere del presidente americano Barack Obama. Parlando del carcere di Guantanamo, Brennan ha ribadito l'intenzione della Casa Bianca di chiuderlo appena possibile essendo "uno strumento di propaganda" per i terroristi islamici. Secondo il consigliere antiterrorismo, i circa 90 yemeniti tuttora incarcerati a Cuba verranno prima o poi rispediti in patria come previsto ma "nel modo giusto, al momento giusto".

La Spagna limita l'accesso Una fonte diplomatica spagnola hanno riferito che la Spagna ha deciso di limitare l'accesso del pubblico alla sua ambasciata, senza tuttavia chiuderla del tutto come sostenuto invece dal quotidiano El Mundo. La misura, ha riferito ancora la fonte anonima senza fornire indicazioni su dettagli e durata, è stata decisa "per motivi di sicurezza".

Frattini: "Ancora non sono state prese decisioni" La Farnesina "monitora attentamente la situazione" e si terrà in stretto contatto "con gli altri partner europei" e con le autorità yemenite che "consideriamo alleate nella lotta al terrorismo". E' quanto riferiscono fonti del ministero degli Esteri, interpellate sulla decisione, presa da Usa e Gran Bretagna, di chiudere le loro sedi diplomatiche. "Ancora non sono state prese decisioni. E' chiaro però - precisa la fonte - che stiamo monitorando attentamente la situazione. Ci terremo in stretto collegamento con i partner europei ed in stretto contatto" con il governo dello Yemen.

L'ambasciatore italiano: siamo protetti C'é un po' di tensione, sia presso gli yemeniti che presso le varie comunità internazionali". Così l'ambasciatore italiano in Yemen, Mario Boffo - raggiunto telefonicamente a Sanàa da Sky Tg24 - descrive il clima nel Paese, precisando comunque che "cerchiamo di vivere la situazione senza troppi allarmismi". "C'é un po' di elettricità, ma l'impressione è che si cerchi di mantenere il controllo della situazione", ha aggiunto, sottolineando che "siamo, come tutte le altre ambasciate presenti, ben protetti: la residenza e l'ambasciata sono vigilate 24 ore al giorno ed io, come tutti gli altri principali ambasciatori nel Paese, sono scortato". "Siamo in permanente contatto con gli organismi yemeniti per la sicurezza, sia con i vertici politici sia con le strutture tecniche", ha poi aggiunto Boffo. "Sicuramente c'é un ceppo yemenita jihadista-fondamentalista che ha dato luogo anche al reclutamento da parte dell'organizzazione al Qaida di yemeniti in passato", ha poi spiegato parlando del fallito attentato di Natale sul volo Delta Amsterdam-Detroit. "Dovendo scappare da altri Paesi dove erano installati, alcuni gruppi di terroristi di matrice al Qaida si sono stabiliti nello Yemen, dove speravano di trovare un territorio più favorevole alla loro attività".

Gordon Brown: noi al fianco di Obama Il premier britannico Gordon Brown da Londra ha annunciato che Gran Bretagna e Usa intensificheranno le loro azioni antiterroristiche in Yemen e Somalia. "Downing Street e la Casa Bianca hanno deciso di intensificare le iniziative comuni del Regno Unito e degli Stati Uniti per contrastare la minaccia terroristica emergente in Yemen e in Somalia dopo il mancato complotto terroristico di Detroit'' è detto in un comunicato. Londra e Washington in particolare finanzieranno una nuova forza speciale anti-terrorismo in Yemen e proporranno in sede Onu il rafforzamento del contingente di pace internazionale presente in Somalia.

Obama: attentatore armato da al Qaida nello Yemen C'é la branca yemenita di Al Qaida dietro il fallito attentato sul volo Delta di Natale. Il presidente Obama lo ha esplicitamente detto nel discorso radiotelevisivo settimanale fatto da Honolulu, dove il presidente è in vacanza e pubblicato dal sito della Casa Bianca. Nel suo intervento, intitolato "passi fatti per proteggere la sicurezza del popolo americano", ha anche detto che "tutti i coinvolti" ne pagheranno le conseguenze. Il presidente, che nei giorni scorsi ha avviato una indagine sulle falle della sicurezza interna, ha detto che farà sì che "servizi di informazione, forze di polizia e agenzie di sicurezza interna abbiano gli strumenti e le risorse delle quali hanno bisogno per mantenere l'America sicura". "Questo - ha aggiunto - include garantire che queste strutture (e le persone che vi lavorano) si coordinino efficacemente e che ognuna sia tenuta a rispondere a ogni livello".

"Sappiamo che veniva dallo Yemen" Ha però anche ricordato le sette vittime della Cia nell'attentato dei giorni scorsi a Kabul. Parlando del nigeriano autore del fallito attentato ha detto: "Sappiamo che veniva dallo Yemen, un paese in preda a una grande povertà e a insurrezioni sanguinose. Risulta che abbia aderito a una branca affiliata ad Al Qaida e che questo gruppo della penisola araba l'abbia addestrato, equipaggiato con gli esplosivi e diretto per l'attacco a questo aereo in rotta verso l'America". Obama ha quindi ricordato che "al momento del giuramento" prese l'impegno di mantenere l'America sicura" e "continuiamo a tenere sotto pressione senza tregua gli estremisti ovunque essi siano e si addestrino, dall'Adrica Orientale al sudest asiatico, dall'Europa al Golfo Persico".

"Chi è coinvolto pagherà" Tutte le persone coinvolte nel fallito attentato al volo Amsterdam-Detroit "saranno tenute a risponderne", ha detto il presidente. Fino ad ora le autorità americane non avevano accusato pubblicamente Al Qaida di essere responsabile del fallito attacco contro l'aereo della Northwest, dicendo solo che il giovane nigeriano sembrava avere un "legame" con il gruppo terrorista.

Rafforzare l'intelligence Obama ha deciso di rafforzare la partnership con il governo yemenita, "addestrando ed equipaggiando le sue forze di sicurezza, condividendo l'intelligence e lavorando a stretto contatto con loro per colpire i terroristi di Al Qaida". E intende continuare a lottare contro il gruppo comandato da Osama bin Laden tanto in Yemen quanto nel resto del mondo. Nel giorno del giuramento "dissi in modo chiaro che la nostra nazione è in guerra contro una rete di violenza e di odio, e che intendiamo fare tutto ciò che è necessario per sconfiggerla e per difendere il nostro Paese". E' esattamente "quanto l'America sta facendo oggi". E' per questo che ha deciso di mettere fine alla guerra in Iraq, "che non ha nulla a che vedere con gli attacchi dell'11 settembre ", e di inviare soldati e risorse "nella regione in cui Al Qaida si trova davvero, in Afghanistan e Pakistan".

Umar Faruk Abdulmutallab, il nigeriano che il 25 dicembre ha cercato di far saltare in aria l'aereo della Delta, quando tra il 2005 e il 2008 frequentava lo University College di Londra ebbe numerosi contatti con estremisti islamici in Gran Bretagna. E' quanto scrive il domenicale britannico Sunday Times citando funzionari dell'anti-terrorismo, aggiungendo che l'MI5, il servizio di controspionaggio, aveva messo sotto sorveglianza gli elementi sospetti con cui Abdulmutallab aveva stabilito un rapporto, intercettando telefonate e e-mail. Di questi contatti tuttavia le autorità americane non erano state informate. Un dossier sui trascorsi londinesi del giovane nigeriano è stato ora trasmesso agli Stati Uniti. All'epoca, secondo il Sunday Times, i servizi anti-terrorismo britannici non ritennero che valesse la pena fare segnalazioni su Abdulmutallab. Il domenicale sostiene che queste mancate comunicazioni hanno probabilmente sollevato più di una perplessità a Washington.

Lo stesso presidente Barack Obama nei giorni scorsi ha chiamato in causa i servizi di intelligence, parlando di valutazioni sbagliate e falle nel sistema.

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