«Yes we can» in salsa teodem: nuovo partito Binetti-Casini

Yes, we can in salsa teodem, che tradotto in romanesco suona con un bonaccione «Se po fà». E stavolta lo Yes we can è democratico doc, viene infatti dalla pancia del Pd e in particolare da quella componente cattolica che mastica amaro da un pezzo. È Paola Binetti (nella foto), leader di questa corrente insofferente, a indicare quanto è fluida la situazione e come sia possibile un trasloco di massa verso la Costituente di centro che ha un profumo cattolico più intenso di quello che aleggia tra le stanze del Pd.
E sul conto di Casini è la stessa Binetti a scoprire le carte: «Ho sentito il suo discorso alla Costituente di centro, molto interessante. Se l’input è semplicemente: “Venite con noi” non è sufficiente. Ma se dovesse dire sediamoci intorno a un tavolo e creiamo un soggetto nuovo, be’, come dicono a Roma: se po fà».
Già, ma perché se po fà? Il panorama è chiaro: se il Pd accentuerà i suoi lineamenti diessini inevitabilmente sparirà il margine di manovra per i cattolici e siccome recentemente il partito si sta spostando decisamente a sinistra, il rischio è grosso. «Ci sono processi da considerare: primo fra tutti il testamento biologico - spiega la Binetti - e la trasformazione della posizione prevalente in posizione unica. Poi c’è Franceschini: la sua partecipazione alla manifestazione della Cgil non è stata il massimo. Infine l’Europa: il segretario dice di non entrare nel Pse ma in un nuovo soggetto e io mi chiedo: alle Ue cosa ne pensano?».
Critiche ad ampio spettro, insomma.

Tanto che la Binetti non esclude di votare per Carlo Casini (non è parente), europarlamentare Udc, se il Pd non schiererà un cattolico doc di provata fede. «Altrimenti non ci resterà che testimoniare quanto è fluido il panorama politico italiano».

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